Tendenze di Stagione: Il Natale dei ragazzacci

tendenze di stagione

Oggi, nel fashion, va tutto. Tendenze che si incrociano, indirizzi di stile che si annullano a vicenda. Perfino orizzonti del gusto che annullano il DNA della moda: la separazione tra attualità e passato, tra ciò che è up-to-date e ciò che è superato. Insomma, non c’è più un gusto dominante.

Mentre un tempo tutto si adeguava alle creazioni dei grandi nomi dello stile, oggi i designer guardano verso il basso. Lo streetwear, ovvero lo stile che viene dalla quotidianità anonima, è il vero punto di riferimento per tutta la creatività attuale. Insomma, la moda non è più altisonante e solenne, ma informale, perfino anti-borghese.

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J.W. Anderson Lanvin Lemaire

Ma non solo. I punti di ispirazione sono i più impensabili, almeno per la visione più consolidata del glamour. Gli stilisti reinterpretano il lato più cencioso e decadente dell’abbigliamento. I modelli non sono soltanto skaters e tamarri, ma anche clochard e migranti. Ciò riguarda soprattutto la moda maschile, con applicazioni interessanti e sbalorditive nell’ambito del tricot.

Al pranzo di Natale, insieme a nonne e zie, niente cardigan fitted a tinta unita. Peggio se accompagnato dalla cravatta. Insomma, il formalismo degli anni ’80 e ’90 è un vecchio ricordo. Gli outfit saranno più sconvolgenti, perfino offensivi.

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Antonio Marras Andrea Pompilio

Il primo aspetto caratterizzante i nuovi golf è quello ricordato nell’articolo precedente: l’oversize. O, al contrario, l’effetto striminzito. I nuovi modelli sono dilatati, stiracchiati, o ristretti, fino a far perdere le proporzioni del corpo. Come se non c’entrassero nulla con le nostre proporzioni. Sanno di recuperato dal bidone degli abiti usati. Per chi realizza a mano i pullover maschili, tanta irregolarità è provvidenziale. Niente problemi se saltano i punti, se si sbagliano le misure o se il filato, improvvisamente, finisce, essendo roba avanzata da un lavoro precedente.

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Damir Doma Damir Doma

I ragazzi indossano golf frutto di improvvisazione e di una visione anarchica del fashion. Insomma, per i Magliuomini debuttanti è il momento migliore: tutti hanno la possibilità di sbrindellare e sfilacciare all’insegna di una bizzarria mai sperimentata prima.

Anche sul fronte cromatico la libertà è massima. Rientra in grande stile il marrone, anche nelle tonalità più chiare e ingiallite. E, appunto, si afferma il contrasto come valore estetico, che prevede l’abbinamento di colori che non c’entrano nulla.

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Alessandro dell’Acqua n.21 Burberry

Il questa affermazione dello stile bohémien più estremo, ecco che Alessandro dell’Acqua, per il suo N.21, contamina il cardigan marrone, inizialmente “normale”, con infiltrazioni bianche, come se la macchina avesse agganciato i fili per sbaglio, lasciandoli poi senza rifinitura. Anche Burberry, figlio di una illustre tradizione, abbandona l’aplomb britannico a favore di maglie-patchwork dove si mescolano tanti colori caldi. La cucitura delle spalle scivola giù anche nelle proposte di Raf Simons, che immagina i pull per un monellaccio metropolitano, che sembra arrivato da un a Parigi alternativa anni ’30.

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Raf Simons Raf Simons

Da questo scenario homeless sembrano distaccarsi Prada e Dries van Noten. La prima trasforma l’irregolarità in una natura morta ispirata a Giorgio Morandi, mentre il secondo recupera il pattern da mucca svizzera. Il tutto, però, con filati di primissima qualità.

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Prada Dries van Noten

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