Giorgio Armani – Ripartire dall’autenticità

a tu per tu sonia

“Questa crisi è una meravigliosa opportunità per rallentare tutto, per riallineare tutto, per disegnare un orizzonte più autentico e vero … togliere il superfluo, ritrovare una dimensione più umana”
Questo è un estratto della lettera aperta pubblicata sul magazine Women's Wear Daily che lo stilista Giorgio Armani ha rivolto agli americani.

Lettera scritta ora, nel momento in cui la gravissima emergenza sanitaria da cui siamo stati colpiti, ha costretto tutti noi a rallentare il ritmo frenetico della nostra vita.
Già da tempo però, proprio lo stilista denunciava il declino del sistema moda.

a tu per tu sonia

“Questa crisi è una meravigliosa opportunità per rallentare tutto, per riallineare tutto, per disegnare un orizzonte più autentico e vero … togliere il superfluo, ritrovare una dimensione più umana”
Questo è un estratto della lettera aperta pubblicata sul magazine Women's Wear Daily che lo stilista Giorgio Armani ha rivolto agli americani.

Lettera scritta ora, nel momento in cui la gravissima emergenza sanitaria da cui siamo stati colpiti, ha costretto tutti noi a rallentare il ritmo frenetico della nostra vita.
Già da tempo però, proprio lo stilista denunciava il declino del sistema moda.

giorgio armani

Declino dovuto ad un volere tutto e subito che ha portato all'inesorabile sconvolgimento di ogni ciclo produttivo, sia naturale che dato dall'uomo, quando secondo lo stilista, nel comparto del lusso ha preso il sopravvento l'aspetto economico allineando la produzione al fast fashion, cioè la moda veloce, che considerando i gusti e le tendenze del momento, li traduce in capi che dalla passerella arrivano immediatamente sugli scaffali e negli e-commerce.

01 giorgio armani sfilata

Ed è proprio questo il punto cruciale, per poter vendere sempre di più e con maggior profitto, c’è bisogno di un ciclo produttivo continuo e costante che non tiene più conto della stagionalità, della qualità delle materie prime e della creatività e capacità di chi quel capo lo progetta e produce. Una sorta di catena di montaggio insomma che rende tutto impersonale.

Il fast fashion nato con la terza rivoluzione industriale del 1970 è sicuramente un processo democratico nel campo della moda che permette di avere capi di pregio a prezzi più accessibili, accorciando di fatto le distanze tra le classi sociali, ma presenta comunque i suoi “contro” proprio nel processo produttivo. Vediamo perché.

Cominciamo dalle materie prime, quelle “naturali” come il cotone o il lino vengono prodotte con coltivazioni intensive e accelerate che portano ad una minore qualità con un conseguente sfruttamento anomalo del terreno, una minore durata dei capi con aumento dei rifiuti da smaltire e quindi maggior inquinamento.

Stesso discorso vale per le fibre sintetiche che non sono coltivate ma prodotte in laboratorio con sostanze che rendono i tessuti ancor più velocemente usurabili e difficili da smaltire con un ulteriore aggravarsi dell’inquinamento (le cifre sono impressionanti, si dice che nel 2015 il settore moda abbia prodotto 92 milioni di tonnellate di rifiuti di cui solo l’1% risultava riciclabile ).

Milano moda uomo armani Milano moda uomo armani 2

Un altro problema è dato dalla delocalizzazione del lavoro che per abbassare i costi quasi sempre viene affidato all’estero a manodopera spesso troppo giovane per lavorare e quindi senza diritti e malpagata.
Diverso è il decentramento del lavoro affidato a realtà che si trovano sullo stesso territorio della casa madre e che quindi essendo soggette alle leggi di quel territorio solitamente dovrebbero rispettare di più gli accordi contrattuali con standard di sicurezza e paga adeguata, ma naturalmente proprio per questo costano di più e vengono meno utilizzate.

Come dicevo pima la moda veloce è caratterizzata dalla voglia di possedere un capo firmato ad un prezzo accessibile da poter sostituire in breve tempo con un altro capo, Era questa infatti la tendenza dei giovani degli anni Settanta, fedeli alla marca più che alla qualità del prodotto, ma anche attenti al portafoglio.
Oggi però questo falso mito è da sfatare perché al contrario di ciò che si può pensare le giovani generazioni adesso, più che all’essere alla moda risparmiando orientano la loro attenzione verso cause ed impegni sociali (un esempio è il movimento messo in moto da Greta Thunberg con la battaglia sul cambiamento climatico e il disastro ambientale) guardando anche alla sostenibilità del brand.

Milano moda uomo 3 Milano moda uomo armani neve

Allora forse è arrivato il momento di cogliere questi segnali per ritrovare quella dimensione umana e vera di cui parla Armani.

Il virus ci ha costretto prima fermarci e poi a rimetterci in moto con molta cautela, approfittiamo quindi di questo rallentamento per ridimensionare un settore che deve dare spazio alla bellezza, all’inventiva (e noi italiani ne abbiamo tanta) e alla stabilità e durata dei capi.

Quindi non più colture intensive e fibre sintetiche, ma ritorno alle fibre naturali animali e vegetali che seguono il ciclo delle stagioni con tosature e raccolti che avvengono quando i tempi sono maturi.

Non più delocalizzazione e sfruttamento della manodopera, ma decentramento alle realtà locali, professionisti sartoriali che fanno del loro mestiere un’arte e quindi sanno come valorizzare il modello che gli viene affidato.

modello armani modello donna armani

Io non sono un’esperta di economia, ma sono convinta che il nostro Paese ha tutte le capacità e le risorse necessarie per costituire una filiera tutta italiana più dinamica e meno costosa per creare capi che esaltino l’eccellenza anche a prezzi più moderati, così da poter tornare un giorno d’estate ad ammirare in una vetrina quel bellissimo prendisole che vorremmo tanto indossare.

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