Jacquard Attack: Ispirazioni dalla Terra di Mezzo

jacquard attack

Io vivo nel medio-varesotto, cioè quella fascia della provincia di Varese tra l’alto e il basso; due luoghi agli antipodi, ciascuno con ben definite a assai differenti caratteristiche. Vedi che in alto ci sono le montagne, i camosci, le capre, la gente che fa paragliding d’estate e scia d’inverno. In basso inizia la pianura, le fabbrichette, i grandi centri commerciali, lo smog e i fiumi con le nutrie. Insomma io sto nella Terra di Mezzo, spersa tra le colline moreniche, in un paesaggio che è un po’ un mosaico schizofrenico di splendidi scorci e capannoni. Fino all’avvento della crisi siamo stati meccanici, tessitori, confezionatori, chimici. Operosi come formiche.

Ecco. Secondo me il succo della questione si desume dall’uscita dell’autostrada A8 di Sesto Calende: è il punto della zona con la vista migliore, spazia dalle Alpi lontane, col massiccio del Monte Rosa a sfidare il cielo, alle catene più basse, fino al Lago Maggiore e al Ticino, lì a sottolineare pigramente la bellezza con una gran striscia blu. Uno potrebbe passare ore a guardarla. Solo che, appunto, è un’uscita dell’autostrada, e, a meno che non voglia essere spazzato via da un autotreno carico di tubi di plastica, deve riservare allo spettacolo un solo sguardo frettoloso e poi tornare alle sue attività giornaliere, ultima, ma non meno importate, la guida. Noi siamo un po’ come l’automobilista, ad apprezzare la bellezza tra un impegno, uno spostamento e/o un lavoro urgente. Tutto si può dire ma non che non abbiamo il dono della sintesi

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Io vivo nel medio-varesotto, cioè quella fascia della provincia di Varese tra l’alto e il basso; due luoghi agli antipodi, ciascuno con ben definite a assai differenti caratteristiche. Vedi che in alto ci sono le montagne, i camosci, le capre, la gente che fa paragliding d’estate e scia d’inverno. In basso inizia la pianura, le fabbrichette, i grandi centri commerciali, lo smog e i fiumi con le nutrie. Insomma io sto nella Terra di Mezzo, spersa tra le colline moreniche, in un paesaggio che è un po’ un mosaico schizofrenico di splendidi scorci e capannoni. Fino all’avvento della crisi siamo stati meccanici, tessitori, confezionatori, chimici. Operosi come formiche.

Ecco. Secondo me il succo della questione si desume dall’uscita dell’autostrada A8 di Sesto Calende: è il punto della zona con la vista migliore, spazia dalle Alpi lontane, col massiccio del Monte Rosa a sfidare il cielo, alle catene più basse, fino al Lago Maggiore e al Ticino, lì a sottolineare pigramente la bellezza con una gran striscia blu. Uno potrebbe passare ore a guardarla. Solo che, appunto, è un’uscita dell’autostrada, e, a meno che non voglia essere spazzato via da un autotreno carico di tubi di plastica, deve riservare allo spettacolo un solo sguardo frettoloso e poi tornare alle sue attività giornaliere, ultima, ma non meno importate, la guida. Noi siamo un po’ come l’automobilista, ad apprezzare la bellezza tra un impegno, uno spostamento e/o un lavoro urgente. Tutto si può dire ma non che non abbiamo il dono della sintesi

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Abbiamo le nostre eccellenze, come si desume dalla prima parte del testo, sia in campo tecnologico che in campo artistico, persone nate qui o che qui si sono fermate per sviluppare la propria arte o la propria impresa. Tra i secondi un gigante è stato Ottavio Missoni, il cui lavoro immenso è ora portato avanti dalla famiglia. Nel segno dei giganti e della sintesi la Città di Sesto Calende, insieme a Regione Lombardia, Fondazione Ottavio e Rosita Missoni e Ufficio Scolastico per la Lombardia, ha presentato recentemente questa mostra meravigliosa:

Marc Chagall e Ottavio Missoni - Sogno e colore

Di Chagall sono stati esposti “La Bibbia” e “La storia dell’Esodo”; di Missoni Studi, Quadri tessili e Arazzi. Tra un impegno, una cosa-da-fare-attrattiva-come-un-aracnide-di-grotta e una bronchite , sono riuscita a visitare la mostra, ospitata nel Palazzo Comunale di Sesto Calende, Area Museo Archeologico. È stato illuminate, di grande ispirazione per il Jacquard, o lo Stranded, o come lo si voglia chiamare. Basta guardare i Quadri tessili, per capirlo!

 

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Magari semplificando o diminuendo i colori possiamo far diventare queste immagini schemi. Possiamo ispirarci nell’accostare i colori, possiamo “rubare” il motivo e usare lo stile del grande maestro Ottavio Missoni per le nostre prossime creazioni. Lo si fa spesso anche nella pittura: ho visto molte volte pittori che, soprattutto nella fase di formazione, copiavano le opere di Giotto, Vermeer. La ragazza con l’orecchino di perla era un grande classico nel mio corso d’arte.

Paura? No, dai! Erano esposti anche gli Studi, direttamente incorniciando i semplici fogli a quadretti che Missoni utilizzava. Direi che uno schema a quadretti non è poi così difficile da interpretare. Nessun senso di colpa, mi raccomando, i maestri sono là per guidare i nostri passi.

Se anche non ti viene subito in mente cosa fare guarda, guarda e ancora guarda. Poi lascia tutto sedimentare, dormici anche sopra, vai a fare una passeggiata, aspira l’auto. Sarà là, con l’accessorio per la tappezzeria in mano, che ti verrà in mente come utilizzare le immagini, quali immagini e perché.

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Il tuo capo non sarà perfetto? Si chiama sperimentazione, se non ci provi non lo saprai mai. Il mio, di maestro di pittura, diceva sempre due semplici parole, per incitare i suoi allievi ad esprimersi e a provare nuove tecniche: “Niente paura!”. Dei suoi insegnamenti forse è quello che mi è più caro, così come lui me l’ha consegnato io te lo passo dalle righe di questo blog. Già che ci sono aggiungo anche quelle di Ottavio Missoni, che sono state scelte per accompagnare la mostra:

"Il colore è parte integrante del mio DNA. Dalla Dalmazia e da Ragusa ho portato con me i blu, che profumano d’oltremare e i rossi aranciati dei tramonti sull’Adriatico; i gialli caldi screziati d’ocra e marrone parlano di rocce e di sabbie, lambite, rimescolate ed erose dalle onde. Non possono mancare i neri, che amalgamano. E poi il viola, il mio colore prediletto, in tutte le sue sfumature. Se si guarda bene c’è sempre, anche se non compare a prima vista."

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