Ufficio lavori di Mordor: Odi et amo

ufficio lavori di mordor

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Odio e amo. Perché lo faccia, mi chiedi forse.
Non lo so, ma sento che succede e mi struggo.
Catullo

Da svogliata studentessa di latino in un liceo scientifico, ho sempre pensato che Catullo potesse stare con pieno diritto nella gloriosa cerchia dei poeti del “mai una gioia”.

Da giovani siamo tutti più o meno dei presuntuosi dissacratori, a mio parere; arriva poi, passata l’adolescemenza, il momento in cui comprendiamo appieno la portata di alcuni versi che, non per nulla, sono considerati immortali.

Il momento o i momenti. Nel mio caso, nei confronti degli esseri umani, non sono mai stata capace di far convivere odio e amore, al limite si passava dall’uno all’altro e via, ma davanti agli oggetti inanimati sono riuscita spesso a far coabitare i sentimenti più opposti.

Aprendo uno scatolone di filati per alcune commissioni, giusto un paio di settimane fa, i versi di Catullo si sono riproposti in tutto il loro potere rivelatorio: in mezzo ai lini e alle viscose ecco apparire in tutta la sua magnificenza il merinos irrestringibile.

A seguire un minuto di silenzio in cui mi è apparso nella mente l’incipit del Carme 85, impresso tramite la scrittura di fuoco dell’Unico Anello, con le parole “Odi” “Amo” e, soprattutto “Excrucior”, grandi quanto l’aura della mia emicrania al massimo della sua estensione (cioè tutto il campo visivo).

Amo il merinos irrestringibile perché è morbidissimo, fila via fra le mani come acqua, da confezionato in un capo è un piacere portarlo, è una carezza leggera e calda che non infeltrisce nei lavaggi e nelle asciugature e ti risolve il problema della progenie con la pelle irritabile (o le fisime). I nazgul, per esempio, spettri sì, ma vagli a proporre un mantello di lino e sappimi dire dal regno delle ombre com’è andata a finire… non so, una cartolina, posso organizzare un servizio e-mail, immateriale per immateriale.

D’altro canto irrestringibile uguale deformabile, una delle poche certezze della vita. Nel senso che lo metti su e sottolinea ogni irregolarità del substrato. Principessa sul pisello spostati: l’irrestringibile scoverebbe un comedone sulla vasta schiena di Dwayne Johnson, The rock per gli amici, pur sottolineandone indubbiamente i pregi. E quindi vai, apriamo il capitolo “Odi”!

Vero che lavandolo non infeltrisce ma… all’occhio perché pare che delle volte l’acqua accentui la sua tendenza a smollarsi. Capita di confezionare un capo, magari come l’Oscura Signora qui presente di farlo con tecniche che prevedono il numero minore di cuciture possibili (che sono lunghe da fare ma sono molto utili nel dare e mantenere la forma), di lavarlo e asciugarlo malamente e - magia! - di acquisire una taglia in più. Che lavoro di Mordor!

Alzi, poi, una mano chi, per pigrizia o fretta di iniziare, non ha mai fatto un campione striminzito! Perché qui partiamo con l’ “Excrucior”: il campione non corrisponde una volta confezionato il capo, il più delle volte abbiamo esagerato, abbiamo consumato molti gomitoli in più e, partendo con l’idea di vestire un normale orchetto, abbiamo confezionato abbigliamento per troll di caverna. Troll di caverna pure di taglia XL.

Bisogna fare un grande campione, magari lavarlo e asciugarlo e poi misurarlo. Oltre allo struggersi lo sbattersi.

Lancio massivo di orchi. Excrucior. Molto excrucior. E anche qualche vaffangollum.

Ma niente, la morbidezza, il calore, la piacevolezza del lavoro non scompaiono davanti agli inconvenienti e si torna a Catullo. Ricordati, per altro, che tra il Poeta e la sua musa Clodia-Lesbia si andava ad alti e bassi: prima “ Odi et amo” e poi “Moecha putida” , non penso sia necessaria la traduzione. Come attesta anche la saggezza popolare, l’amore non è bello se non è litigarello, cosa dobbiamo farci, a parte far volare qualche orco?

Alla prossima da Mordor!

Ps. Odi et amo nel Carme 85 del Carmina di G. Valerio Catullo, Moecha Putida in “XLII - Ad Lesbiam” in Catullo e Lesbia, studi di Mario Rapisardi.

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