Non ricordo esattamente quando ho creato il mio primo manufatto all’uncinetto, credo però siano passati parecchi anni.

La passione per la maglia l’ho ereditata dalla mia mamma, quella per l’uncinetto dalla mia nonna paterna; precisa e anche po’ troppo perfettina, in casa lei aveva cuscini che prontamente sparivano quando arrivavano i più piccoli e scalmanati di noi nipoti, tovaglia sul tavolo del soggiorno che guai a toccarla e centri di varie misure sui mobili di ogni stanza, anche in bagno.

Ecco! Con i centrini, i cuscini, le tovaglie, io proprio non ce la faccio!

Adoro i punti, le forme, i disegni che si creano, ma sui mobili proprio non ce li vedo; non ne ho uno e a chi mi dice “fai l’uncinetto? Chissà quanti centri hai sotto i soprammobili…”, rispondo “zero!”

Io prendo spunto dai lavori classici e poi, smontate le scarpe di tela, le ricostruisco con il cotone.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritaglio la tomaia lasciando una piccola parte di tessuto sulla quale faccio combaciare quella da me realizzata e la cucio a piccolo punto ad ago. Scelgo motivi a ventagli o pizzi con trafori così è più agile calare per poter riprendere la forma

 

 

 

Realizzo anche pantofole e ciabatte da casa con punti più compatti come la maglia alta o bassa che forniscono un po’ di sostegno in più, con qualche variazione sul tema (come ad esempio le noccioline); quando poi riesco a recuperare le suole dal mio calzolaio di fiducia, le calzature possono essere anche da esterno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con le granny, le piastrelle della nonna, realizzate a punto alto con gli avanzi di cotone rivesto i caschi da snow-board.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A dir la verità, un centro ce l’ho, è bellissimo ed è realizzato ad aghi; mi è stato regalato, ma non lo esporrò in casa.

Avrà un’altra destinazione: diventerà parte del dietro di un cardigan.

 

Ho appositamente utilizzato il verbo al futuro perché non so quando lo realizzerò; è nei tantissimi “da fare” che prima o poi…

 

Ma solo io ho mille progetti o anche voi avete una lunga lista che invece di diminuire col passare del tempo aumenta?

P.S.: l’abito con il copriletto è ancora in stand-by…eh ma prima o poi…