Quarantena a Mordor

Foto uno mordor quarantena

Fermo restando che, ultimamente, è più facile muoversi a Mordor che in provincia di Varese, l’Oscura Signora, cioè io, modestamente, ha dovuto rivolgere la sua torva attenzione entro i suoi confini.

Né io né gli orchetti siamo immuni al Covid-19 e perciò abbiamo dovuto organizzare la nostra quarantena al di qua del nero cancello, con tutto quello che ne consegue. Il fatto è che avevamo fatto l’abitudine a tutte le fantastiche cose al di fuori di Mordor e quindi, lo ammettiamo, ci mancano. Non poter prendere il treno, schivando così la bellissima probabilità di una cancellazione. Non poter andare al centro commerciale di domenica, giusto per stare vicini vicini e camminarci l’uno sull’altro o, meglio ancora, litigare per l’ultimo, appassito cespo di lattuga gentile.

Oppure la chilometrica coda là, proprio su una delle provinciali più trafficate, che tanti orchi volanti ha generato: Orco volante pericolo costante.
Cos’altro ti aspettavi? Che agli abitanti di Mordor piacesse, che ne so, la vista del Monte Rosa? Il trekking dell’Alto Luinese? A noi piacciono le brutte cose.

Che fa l’Oscura in quarantena? Devo essere sincera? Lancia orchi a profusione. Anzi, ha organizzato la manifestazione aerea degli orchi con appuntamenti quotidiani. Uno tutte le volte che qualcuno qui in casa, data la convivenza forzata, combina qualche stupidaggine.

Naturalmente qui a Mordor si va di maglia alacremente: combinazione ho appena terminato un lavoro degno del nostro Ufficio L. di M., un maglione che è stato costruito largo e, per un cambio di idea, ha dovuto essere stretto e accorciato. Non sapessi che anche la maglia si può tagliare e cucire avrei chiesto l’intervento dei Nazgul, ma, alla fine, fare e disfare è tutto un lavorare e non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. Poi c’è una commissione che si profila semplice e veloce e che consegnerò solo i Valar sanno quando, dato che credo fermamente nell’isolamento per fermare il virus.
Sempre riguardo la maglia , sto cominciando a pensare al cambio dell’armadio. Tra dire e il fare c’è di mezzo il mare e il tipo di primavera instabile degli ultimi anni, tuttavia sto mentalmente passando in rassegna le maglie della stagione prossima e ventura e, sorpresa, scopro che di alcune mi sono stancata.

Ti capita mai di impegnarti a produrre una cosa, di pensare anche che ti sia venuta benissimo e poi di faticare ad indossarla? Io ho un sottogiacca rosso lacca (uno dei miei colori preferiti) che mi è caduto in disgrazia, e pensare che l’ho sferruzzato con un motivo molto bello –e faticoso- di Hitomi Shida.

O, ancora, ti capita mai di guardare dei capi vintage, di ricordarti che ti saresti strappato/a i capelli per averne uno e di pensare che adesso non te lo metteresti nemmeno se te lo regalassero? A me, per esempio è capitato con i fiorelloni. Quando ero giovane mi piacevano da impazzire e adesso … penso che se li indossassi sembrerei mì nonna quella in carriola, tanto per stare in ambito botanico. E sì, l’Oscura non è più una sgarzula ventenne, del resto è l’ineffabile responsabile dell’Ufficio Lavori di Mordor e di sembrare un’offensiva nonnina non ne ha niente voglia.

E tu? Cosa non hai voglia di sembrare quando ti vesti? Come hai passato la quarantena? Quanti orchi hai lanciato? Dimmelo che ti firmo le autorizzazioni con effetto retroattivo!

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