A tu per tu: Intervista Cecil Richard Rutt

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“Penso che un sogno così non ritorni mai più”. Io però non mi dipingevo la faccia e le mani di blu, ma salivo su un bellissimo spiderino rosso fiamma e mettevo in moto. Destinazione … non ne ho la più pallida idea, ma il navigatore sì, perché comincia a dire fra 100 metri gira a destra, alla rotatoria prendi la prima uscita, prosegui dritto per 3 km., così gira che ti rigira ad un certo punto mi trovo di fronte a un muro di fitta nebbia;

“E adesso?” chiedo

“Prosegui sempre dritto” risponde lui

“Ma come faccio? Non si vede nulla!!” replico io e lui di rimando

“Vai tranquilla, non ti preoccupare”.

Io vado ed ecco che mano a mano la nebbia si dirada e mi ritrovo … in una ridente cittadina

“Ma dove siamo?”

“A Falmouth in Cornovaglia e siamo nel 1990.

“E perché mi hai portato qui?”

“Scusa fai parte di un’associazione di uomini che fanno la maglia?”

“Si i Magliuomini e allora?”

“E allora ti ho portato a conoscere un magliuomo d’eccezione, l’arcivescovo Cecil Richard Rutt

“Cos'ha di speciale?”

“Santa pazienza!! Guarda che le domande devi farle a lui non a me, ti sta aspettando per l’intervista, sbrigati”

 

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Ed eccomi qui, di fronte al sorriso cordiale dell’arcivescovo che mi ha fatto accomodare nel suo salotto corredato di una grandissima libreria a parete, mentre sua moglie, la signora Joan, ci serve un buonissimo tè caldo.

Cominciamo:

D: Arcivescovo ci parli un po di lei, chi è Cecil Richard Rutt e di cosa si occupa?

R: Sono nato a Langford nel Bedfordshire. Mi sono formato al Kelham Teological College e al Pembroke College dove ho conseguito il titolo di “Maestro delle Arti”; ordinato sacerdote anglicano nel 1952, dopo due anni di sacerdozio al Saint George e a Cambridge sentivo che la curia, così pura e semplice non mi bastava più e volevo fare qualcosa di diverso. Così nel 1954 decisi di partire missionario per la Corea del Sud, dove rimasi per 20 anni fino al 1973 quando diedi le dimissioni da arcivescovo per poter servire quel paese come semplice parroco. Poiché però non mi fu permesso, nel 1974 sono stato trasferito come vescovo di S. Germans nella diocesi di Truro qui in Cornovaglia e nel 1973 fui nominato vescovo di Leicester. Ora però ho deciso di ritirarmi, lasciando il posto ai giovani e per questo, insieme alla mia Joan, sono venuto a vivere qui a Falmouth per trascorrere una serena terza età.

 

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D: Ci racconta delle sue esperienze in Corea del Sud e in Cornovaglia?

R: Sia in Corea che in Cornovaglia ho sempre cercato di compenetrarmi negli usi e i costumi del luogo, studiandone il linguaggio e la storia e vivendo quotidianamente a contatto con le abitudini locali. Soprattutto in Corea mi appassionai molto al linguaggio e alle arti manuali. In breve “l’arte di un popolo”.

 

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D: Quando nasce e come si sviluppa la sua passione per il lavoro a maglia?

R: Ho imparato a lavorare ed ad appassionarmi al lavoro a maglia all’età di 7 anni e questa passione crebbe così tanto da portarmi a confezionare molti capi per i miei cari e per me stesso, comprese le mitre dorate per il vescovado a S. Germans e Leicester. Come puoi vedere inoltre, nella libreria si trovano centinaia di libri riguardanti l’argomento, risalenti fino al 1500. Ho anche avuto l'onore di essere stato eletto presidente del “The Knitting History Forumper il quale ho scritto diversi articoli e tenuto molte lezioni. Un mio articolo con relativo pattern sul costume da bagno maschile è apparso anche nella rubrica “Costume 24” sull'Englishman's Swimwear.

 

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D: Arcivescovo tornando al ventennio vissuto in Corea del Sud è noto che lei abbia voluto raccontare l'arte di quel popolo in un libro “History of hand knitting che ha visto la luce dopo 10 anni di attento studio ed è stato pubblicato nel 1987. Ci parla di questo lavoro?

R: Durante quel periodo mi sono molto affezionato al popolo coreano; sia alla gente che alle loro attività. Come maestro d'arti naturalmente non potevano sfuggirmi le attività manuali, quelle che costituiscono l'arte di un popolo. Ci tenevo molto a far conoscere la cultura di quel territorio riversata nelle tecniche e lavorazioni sempre nuove e diverse per ogni regione. Ma nel libro però non parlo solo della Corea, ma anche di come i contesti storici: ad esempio dall’Inghilterra di Enrico VIII al Commonwealth, dalla Restaurazione al 1835 nel XIX secolo, durante e dopo la prima guerra mondiale abbiano influito sull’evoluzione delle tecniche del lavoro a maglia. Ci sono esplorazioni nelle tradizioni locali delle isole britanniche e nelle lavorazioni ad est dell’Adriatico e nelle Americhe. Inoltre si fa riferimento anche ad altri tipi di lavorazioni, come l’uncinetto e il Naalbinding.

Infine l'ho arricchito di un glossario storico e di un pattern scritto da me, del quale però non ti rivelerò nulla lasciandoti con la curiosità.

 

E va bene vorrà dire che acquisterò il libro per scoprire tutti i segreti che contiene. Intanto l’intervista è finita, saluto l'arcivescovo e la signora ringraziandoli per il tempo che mi hanno dedicato, salgo in macchina e torno indietro. Parcheggio la spider saluto Phil (eh sì ho ribattezzato il navigatore, nel frattempo siamo diventati amici) e … mi sveglio.

Si è vero, si è trattato di un sogno, ma la storia è vera e l’arcivescovo è venuto a mancare nel 2011. La sua preziosissima collezione di libri si trova ora esposta alla Winchester School of art biblioteca  presso l’Università di Southampton, mentre il libro History of hand knitting è acquistabile al link indicato sopra.

A questo punto non mi resta altro da fare che salutarvi sperando sia stata una buona lettura.

Ciao alla prossima!

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