Ufficio Lavori di Mordor: Onda Mordor - viaggiare infornati

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Il knitter, si sa, è migratore: c’è il corso a Roma, il Kal a Caltanissetta, il knit café a Napoli, il filò sulle Alpi, là dove osano le aquile … insomma, vuoi che non ci vada?

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Siamo seri! “Com’è bello far la maglia da Trieste in giù!” parafrasando la Carrà. Poi, si sa, che si vada in auto, in treno, a piedi, in bicicletta, a dorso di mulo il momento di Mordor si presenterà comunque, facciamocene una ragione. Il telepass che non pass. Il treno soppresso, grazie al Gollum, preferivo la soppressa o la soppressata. La catena che casca, in fin dei conti, è peggio della catenella a uncinetto venuta male, no? Il navigatore che non naviga. Pure il mulo, delle volte, ci lascia letteralmente nella cacca.

gif un tergicristallo con salsicce e una persona spaventata

E tu? Hai partecipato al Magliuomoraduno di Firenze? Io non potevo assolutamente perderlo, anche perché, come Ufficio Lavori di Mordor, presentavo un modo di nascondere il filo durante la realizzazione del jacquard che può fare comodo in diverse occasioni. Siamo d’accordo, un procedimento un po’ macchinoso, ma non a caso io lo uso. Posso sempre sfogare la frustrazione con il lancio di tutti gli orchi che voglio. Tutto sommato ne ho lanciati anche durante il tragitto dal paesino del Varesotto, dove risiedo, a Firenze e ritorno; se dici Varese dici Trenord, e ti assicuro che, per come vanno le cose con la SRL ferroviaria, su a Barad Dur si sta pensando di tentare la scalata per l’acquisizione, tanto più di Mordor di così!

Premetto che all’andata è filato tutto abbastanza liscio, a parte il dover capire quale fosse la direzione corretta dell’autobus urbano per scendere al mio albergo senza il fondamentale contributo della tabella degli orari. Smaterializzata: probabilmente in un altro universo, finita in faccia al capitano Kirk.

capitano kirk

Già mi vedevo spersa in Maremma a contendere la leadership di un branco di lupi con Zanna Verde e Rutto Libero.“Ricorditi di me, che son la Pia; Siena mi fé, disfecemi Maremma”, Pia e Lia, c’è solo una lettera di differenza, è un attimo. Anche il piglio deciso dell’autista dell’autobus, tuttavia, mi ha lasciata un po’ perplessa e per poco non stampata sul deflettore anteriore o su qualche finestrino, a far compagnia ai moschini spitasciati. Dall’interno, però. Ma va bene. Tralascio gli errori da me commessi per arrivare alla Corrado Tedeschi Editore: me la vedrò io col navigatore del Signor Google, c’è sempre la squadra dei Nazgul, da quando hanno fatto fuori il capoccia non sanno proprio come passare il tempo. Son come i bambini, bisogna sempre trovargli un qualche cosa da fare, se no mi riducono Minas Morgul ‘na ciofeca.

orda di orchi in arrivo

Il ritorno è stato un’odissea tale che Frodo, avanti e indietro per l’anello, me spiccia casa. Esordio alla stazione di Santa Maria Novella: sala d’attesa con tutti i posti a sedere occupati, presa dentro in mezzo alle anime in pena a girare a vuoto davanti ai binari, pressati come i pinguini d’inverno al Polo Sud, l’unica cosa diversa la temperatura ambientale.

pinguini

Il binario annunciato giusto cinque minuti prima dell’arrivo del Frecciarossa: se Trenord piange, Trenitalia mica ride; io ne ho visti di viaggiatori in partenza a fissare il tabellone per capire a quale balrog di binario arriva il dannatissimo alta velocità, poi caracollare imbufaliti come una mandria a Pamplona, con bambini, valige e animali appresso, alla ricerca del treno perduto, da una parte all’altra della stazione. Terza tappa della via crucis, proprio quando pensavo di essere al sicuro: il mio posto occupato da componente strafottente di squadra calcistica giovanile in trasferta, alzatosi solo al momento in cui ho minacciato di farmi recuperare un posto dal capotreno. Gli orchetti sono più disciplinati e meno spiritosi, ero sul punto di chiamarne una colonna e risolverla a modo mio. Finita qui? Assolutamente no! Poteva mancare la manciata di minuti di ritardo su Milano del freccia rossa, che aggiungeva quel tocco di disperazione che mancava alla corsa a perdifiato alla coincidenza verso il Varesotto? L’ultima prima dello zoo – nel senso che a quell’ora aprono le gabbie - delle 22.49? Ovviamente no.

Dopo questa esperienza, facilmente ripetibile da ciascuno di noi in qualsiasi momento, ho sentito la necessità di fondare un servizio di informazione utilissimo: Onda Mordor, viaggiare infornati. Con la “n”, sì, mi sembra più pertinente. Se proprio devi affrontare un viaggio orrido, per lo meno fallo con noi e condividi, per favorire l’informazione tra i viaggiatori, le criticità dei tuoi spostamenti. Poi posso sempre pensare di prendere due piccioni con una fava: invierò i Nazgul ai responsabili delle nostre sofferenze, a stenderli con l’alito nero, almeno avranno conoscenza delle condizioni igieniche, soprattutto estive, di certi mezzi.

orchi

Dai, raccontami del tuo knit viaggio e dei suoi momenti di Mordor! Saranno citati nel prossimo notiziario di Onda Mordor! La prima edizione qui

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