Gira la moda: Gucci Garden _ la bellezza straniante

gira la moda

Ho visitato il Gucci Garden a Firenze il giorno dopo l'inaugurazione.

 

Il fascino del fenomeno momentaneo è forte, ma cerco di rimanere obiettiva. Ed è indubbiamente un luogo e un mondo fortemente attrattivo e straniante: un giardino delle meraviglie.

gucci garden

Dall'arrivo del nuovo direttore creativo Alessandro Michele, il marchio Gucci sta facendo impazzire il fashion system ma, cosa fondamentale, è immediatamente diventato un fatto di costume proponendo uno stile di abbigliamento in sintonia con la modernità: come un fiume sotterraneo che dopo esser scorso silenzioso e discreto raccogliendo ciottoli, sabbia e sassi li rivela e si rivela di colpo, in un'inondazione di simboli, icone, slogan, citazioni, epoche.

L'indubbia capacità di unire tutto ciò con senso e coerenza, ha dimostrato di cogliere lo spirito del tempo, di saper rappresentare la contemporaneità. Siamo inondati da una fluidità e rapidità di tempi e significati in cui il passato e la nostalgia rasserenano e pacificano; da un flusso ininterrotto di immagini, concetti, chiacchiericci, sovrastrutture il cui caos è la nostra condizione di normalità; da una controcultura che dalla rivoluzione del punk e del grunge è scaduta nella finta ribellione del rap e del trap; da tematiche di genere che ormai sono un fatto assodato e normale per le nuove generazioni; da idee romantiche sulla natura e gli animali tanto da trasformarli nei nuovi feticci. 

 gucci garden

Tutto questo è frullato in uno stile ottocentesco, trasgressivo, dissonante, romantico, straniante, inquietante. Decadente.

Oltre ai simboli storici della Maison (fettuccia rosso-verde, doppia G, grafiche botaniche, il bamboo), vi è un uso di materiali e tecniche che esprimono tutto ciò che abbiamo detto: velluti, broccati, grafiche pop, fantasie rococò, borchie e pelli, pellicce dai colori improbabili, tigri fameliche e serpenti misteriosi, paillettes dorate, tessuti tecnologici, imbottiture matelassè, turbanti e stampe oro su pelle, perle scaramazze, draghi, mosche, api, libellule, pappagalli, chinoiserie, bomber basket, effetti tromp-l'oeil. Riguardo alle tematiche di genere siamo oltre: sono talmente assodate che non sono più un aspetto di cui occuparsi.

 gucci garden

Salendo alle poche sale del museo posto al piano superiore dell'antico Palazzo della Mercanzia in Piazza della Signoria, lunghe le scale, la serie di scritte-graffiti della giovane artista spagnola Coco Capitán, hanno l’intento di portarci alla realtà del presente, che oltre a confusioni esprime anche intuizioni. Slogan categoricamente in inglese: "Cosa faremo con tutto questo futuro?", "Voglio tornare a credere a una storia", "Se hai visto tutto. Chiudi i tuoi occhi", "Il buon senso comune, non è comune". Scritte riproposte su alcune borse delle collezioni. Tutt'altra storia rispetto alle scontatissime riproduzioni di opere d'arte sulle concorrenti borse Vuitton ad opera del super Paperone dell'arte Jeff Koons!

 gucci garden 06 gucci garden  gucci garden

Al museo ci sono pochi pezzi ben esposti, da quelli recenti a quelli degli anni sessanta/settanta o del periodo d'oro di Tom Ford. Immancabili le tigri fameliche in paillettes dorate o in metallo così come altre bestialità che, applicate su pelli nere con borchie e spuntoni, esprimono perfettamente quell'atmosfera onirica tra passato romantico e presente duro e selvaggio.

C'è una parete intera di disegni originali cartacei dei fortunati foulard disegnati dallo storico illustratore Vittorio Accornero che, insieme a tutte le tematiche di flora e fauna, ha fatto la fortuna del marchio col classico "Flora", oggetto icona di Gucci.

Tra i pezzi storici delle valigerie e borse, ho notato un portafoglio in tessuto di canapa stampato e non potevo che fotografarlo.

07 gucci garden 08 gucci garden

Ma è scendendo alla boutique del piano terra che ci si sente avvolti da una visione straniante e seducente, tutto è inquietante: dai manichini senza volto dipinti o tappezzati di broccato, alle teste anni '20-'30 che sorridono pacifiche e ci guardano con conturbanti occhi di vetro. E' un mix di Inghilterra vittoriana, roselline rococò, pellicce dai colori impossibili, broccati fucsia ed orecchini con pipistrelli: un po’ David Bowie, un po’ thè delle cinque, un po’ brava ragazza assassina!

10 gucci garden 11 gucci garden 12 gucci garden

I commessi sono assolutamente sorridenti ed ospitali, pronti a mostrare manufatti belli e inaccessibili per gli evidenti costi. Anzi, una giovane addetta, pur comunicandole con lo sguardo l'impossibilità all' acquisto, ha insistito a mostrarmi una bellissima borsa sottolineandone la cura artigianale e l'estrema rifinitura anche degl'interni: nuove frontiere del marketing! Siamo passati dalle commesse acide e irraggiungibili delle vecchie boutique all'estrema gentilezza per tutti, purchè se ne parli.

13 gucci garden 14 gucci garden

Ho trovato geniale tradurre le mie adorate mattonelle granny, in tessuto broccato coloratissimo! Cultura pop all'uncinetto tradotto in tessuto pregiato, abbinato a maglieria rigata super colorata e con le immancabili patches ricamate; li stò già copiando per me!

15 gucci garden 16 gucci garden

Questo modo di reinterpretare il passato mi piace molto: nelle collezioni si propongono abiti (come quello a fianco) o foulards con delle fantasie stampate di rose ottocentesche ma con un effetto pixellato; oppure le famose patches ricamate col mitico mezzo punto su canovaccio.....più tempi della nonna di così!

17 gucci garden 18 gucci garden

I colori sono bellissimi, forti ma delicati: un'esplosione di vita e bellezza. Magnifiche le sedie in velluto ricamato o gli innumerevoli cuscini imbottiti che riempiono un intero scaffale con gli immancabili cagnolini, farfalle, serpenti, lupi, tigri. I broccati verdi e rosa abbinati a gialli acidi e a collane in finte perle scaramazze con gigantesche farfalle di metallo che evocano "Il silenzio degli innocenti".

19 gucci garden 20 gucci garden
21 gucci garden 22 gucci garden

Nello spazio adiacente c'è il book-shop dove, oltre un'offerta di libri sui linguaggi visivi, ci sono una serie di porcellane Ginori, marchio che è stato recentemente acquisito dal gruppo francese Kering che detiene anche Gucci; ed ancora piccoli gadget per i malati del fashion system e della mondanità: cartoline postali a dieci euro e minuscole scatoline di banali fiammiferi a venti euro (!). Per poter dire, nei circoli che contano, "io c'ero".

Il ristorante dello chef stellato Massimo Bottura è aperto sul book-shop, in un bell'ambiente sobrio, arredato in bianco, nero e gradazioni di verdi. Lungo la parete principale fanno bella mostra gli stemmi originali in pietra delle corporazioni delle arti conservate in questo Palazzo della mercanzia, tempio storico dell'artigianato, a ricordo del loro prestigioso passato. Di fronte a me quello della lana.

Apprezzo moltissimo il Gucci Garden come una bellissima vetrina dell'Italia e del nostro saper fare: il perfetto connubio tra moda, bellezza, artigianalità, gastronomia. I giapponesi impazziranno.

23 gucci garden 24 gucci garden 25 gucci garden

Gucci è la dimostrazione di come un marchio sappia rinnovarsi in modo tanto traumatico quanto coerente con la propria tradizione come è ancora più evidente nelle atmosfere delle sfilate. Vi invito a guardare sul sito di Vogue i video delle sfilate A/I '17-'18, un inno all' arte classica romana, e quello della P/E '17 con sofisticate atmosfere anni '70-da figli dei fiori-ottocentesche; o a guardare questo abito a fianco, classico nello stile ma con una stampa di UFO sul davanti il cui fascio di luce apocalittico è diretto su un bouquet di fiori......Gli UFO, appunto, questa moderna ossessione….Siamo stati creati dagli alieni???? o gli alieni verranno e ci ruberanno le cose più belle?

Tornando al Gucci Garden, ho espresso ad un commesso il mio rammarico per l’acquisto di questo ennesimo marchio da parte dei francesi, lui mi ha risposto che non esistono problemi e confini, l'importante è che tutte le maestranze siano italiane e restino in Italia......Non so, forse ha ragione, ma il mio cuore italiano non è convinto mal fidandosi del protagonismo francese!

26 gucci garden

Cosa dire? Al di là della scontata retorica sulla banalità del fashion system che condivido, è innegabile che ora questo marchio ha qualcosa in più degli altri da dirci. Gucci ha saputo capire la realtà, o invece, vuole dettare la realtà come cercano di fare un po' tutti i marchi? Una sofisticata operazione di marketing.......

Prada qualche anno fa aveva sdoganato la libertà di abbinare ed indossare quello che vogliamo con una raffinata ricerca nell’arte contemporanea; Gucci ha prepotentemente proposto di mischiare i simboli della contemporaneità che più ci rappresentano.

E questa è una differenza non da poco.

Mi piace moltissimo questo mix di cose, anzi l'adoro. Saperlo fare con gusto e stile, embè...... questo è tutto un altro discorso!

 

Tags:

Magliuomini - sede legale: Via Giulio Braga, 15 - 59021 - Vaiano - Prato - cod.fisc. : 92099420488