COSTUMI FUORI SCENA: ELENA CICORELLA

costumi fuori scena

 

Dopo aver assistito ad uno spettacolo teatrale,  ciò che resta impresso nella memoria, oltre ad una scena che ci ha particolarmente colpiti,  oltre alla bravura di questo o quell’attore , sono soprattutto i costumi,  da sempre  espressione di arte teatrale,  importanti anche per quei registi per i quali il costume è minimale o addirittura inesistente.

Il costume può essere una sottolineatura delle caratteristiche individuali dei personaggi,  un’invenzione eclettica del costumista,  o una firma particolare del regista. In ogni caso, non c’è opera teatrale che non possa essere raccontata attraverso i costumi indossati dagli attori e non c’è critico o spettatore che non si soffermi ad analizzarne lo stile ed i significati.

Questo vale soprattutto per l’opera lirica, dove alla bellezza della musica e delle voci degli attori/cantanti si  accompagnano strettamente i costumi disegnati e creati appositamente per quell’opera, vere e proprie creazioni artistiche, il cui valore rimane a prescindere dall’occasionalità dello spettacolo.

Elena Cicorella, milanese, costumista teatrale, fin dall’inizio della sua carriera ha lavorato nell’opera lirica.

 

CICORELLA.ELENA

 

D Parliamo della tua formazione artistica, come hai cominciato? Com’è nata la tua passione per i costumi teatrali?

R    Il mio amore per i costumi teatrali  è nato dopo lo studio e l’ esperienza  nel campo della moda avvenuta tra i 18 ed i 22 anni. Mi sono formata all’Istituto Marangoni di Milano, sono una modellista di moda. Dopo aver lavorato per diverse case di moda (dall’Alta Moda al  pret-à - porter), ho realizzato i costumi per uno spettacolo di prosa della mia insegnante di disegno. Mi sono innamorata subito del  teatro in quanto linguaggio realmente creativo e non commerciale (come è, invece,  il mondo della Moda nel quale, a parte alcuni stilisti, la maggior parte copia le tendenze). Ho avuto la grande opportunità di lavorare come assistente volontaria in un grande spettacolo con scene e costumi di Margherita Palli, che mi ha convinto ad iscrivermi all’Accademia di Belle Arti di Milano, per completare la mia formazione. Così dopo altri quattro anni di studio, ho conseguito il diploma in scenografia, senza smettere però di lavorare  come costumista in diversi spettacoli di prosa.

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D Chi ti ha influenzato? Chi sono i punti di riferimento per il tuo mestiere?

R Ho iniziato quasi subito a firmare i costumi, quindi ho fatto pochi lavori come assistente costumista. I miei riferimenti artistici sono soprattutto nel mondo della moda da Capucci a Miyake passando per Armani e Ferrè.  La costumista che ammiro più di tutte e con la quale sogno di poter lavorare un giorno è Milena Canonero (costumista teatrale e cinematografica italiana).

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D Quali dei registi con cui hai lavorato, ritieni più interessanti?

R Ho lavorato con diversi registi da Giorgio Marini a Terry Gilliam e Graham Vick . Il mio primo maestro è stato Giorgio Marini, grande intellettuale, che mi ha  insegnato l’analisi concettuale del testo teatrale e la sua rivisitazione. Con Terry Gilliam, famoso regista cinematografico, ho avuto la fortuna di lavorare sull’opera lirica “Damnation of Faust”, una grande produzione con circa 500 costumi e “Il flauto magico” con riprese in chroma Key.

 

D Quanto è importante il costume in uno spettacolo?

R Ritengo che il costume (insieme, ovviamente, alla recitazione), sia l’essenza dello spettacolo. Il costume integra  il messaggio che la recitazione esprime. Uno spettacolo può non avere la scenografia, ma l’attore, quasi sempre, indossa un costume.

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D Che idee ti guidano lungo il percorso della creazione di costumi? Cosa ti ispira?

R Gli spunti per la creazione di un costume dipendono dalla lettura che il regista vuol dare all’opera. Spesso i miei costumi sono il risultato di una rivisitazione storica (collegando anche diversi periodi storici ), con riferimenti all’epoca contemporanea, spunti dall’architettura, dal design e dalla letteratura. Ad esempio per  i costumi dell’opera lirica “Carillon” (Teatro Alla Scala) ho preso spunto dalla secessione viennese e dallo studio della teoria dei quanti che veniva espressa nella composizione a canoni della musica di Clement

 Carillon bozzetto 1

 

D Lavori singolarmente o con un’equipe?

R Ho avuto raramente l’occasione  di avere un’assistente.  Gli incontri con il regista, lo scenografo ed il light designer sono il mio ambito lavorativo, l’equipe con cui collaboro.

 

D Cosa succede nel laboratorio, nella sartoria teatrale?

R Una volta che il progetto viene consegnato in teatro, i bozzetti vengono mandati alla sartoria che realizzerà i costumi. Il primo incontro con le sarte,  è dedicato alla descrizione dei modelli ed alla campionatura dei tessuti. Mentre si completa la campionatura dei tessuti (in alcuni casi i tessuti vengono realizzati appositamente, oppure vengono tinti),  la sartoria prepara i modelli che spesso sono realizzati con tela da modello (tela di cotone) e, solo dopo aver approvato il taglio, si procede alla realizzazione del costume con i tessuti originali. Nella sartoria c’è anche un reparto chiamato “elaborazione costumistica ”  incaricato di realizzare tutte le decorazioni (es. ricami in lattice rivestiti di foglia d’oro o argento) o elaborazioni del tessuto stesso (es maglia di lana resa metallica attraverso un’impressione a caldo di un foglio di argento).

  

D Gli ultimi costumi realizzati?

R L’ultimo spettacolo in cui ho firmato i costumi è stato “Otello” al Regio di Torino. Sono stata molto fortunata nel poter collaborare sempre a produzioni molto interessanti. Per citarne alcune: Carillon, Tancredi, Traviata, Damnation of Faust etc. etc.

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D Cosa consiglieresti a chi vorrebbe diventare costumista teatrale?

R Il mio consiglio per chi vuole intraprendere il mestiere del costumista è quello di crederci veramente. E’ difficile entrare nel mondo dello spettacolo,  ancora più difficile rimanerci. Oltre alla creatività, all’inclinazione artistica, ci vuole molto studio (e lo studio non finisce mai: ogni spettacolo è una nuova esperienza ed un nuovo studio) ed una buona capacità organizzativa. Anche saper comunicare, saper stare insieme agli altri  è molto importante: il teatro è un lavoro d’equipe,  si lavora tutti insieme,  attori e/o cantanti, regista, tecnici, musicisti, scenografi, costumisti.

 

D Nell’opera, il costume racconta il personaggio? In che modo? Hai un’esperienza personale da raccontare?

R  Il costume è il personaggio. Il tipo di costume scelto, il colore, la sequenza dei costumi durante lo spettacolo suggeriscono una maggior comprensione dello spettacolo, della recitazione dell’attore e del cantante.  Ad es. “Carillon”, opera lirica contemporanea di Aldo Clementi, ispirata a “L’uomo difficile” di Hugo von Hofmannsthal,  riprendeva solo una frase del libro  ripetendola continuamente in 5 lingue diverse. Per questo il regista Giorgio Marini, seguendo la composizione musicale a canoni che si ripetono all’infinito, ha avuto l’idea di rappresentare lo spazio-tempo dell’opera attraverso la teoria dei quanti, creando  uno “specchiamento” immaginario degli attori sul palcoscenico: ogni cantante, vestito con costumi  a seconda del momento della giornata  (chi con vestaglia, chi con abito da sera, chi con cappotto per uscire) , trovandosi sul lato destro o sinistro del palco aveva, come se si trovasse davanti ad uno specchio, l’altro cantante, dal lato opposto, con un identico costume. Più comune è il il costume che  descrive il personaggio nella sua eccentricità, serietà, tristezza, felicità, etc. etc

 il flauto magico 3 dame

 

D Questo è un blog dedicato alle arti creative, l’ultima domanda è d’obbligo: ti piace cucire, fare la maglia, l’uncinetto?

R E’ molto che non lavoro a maglia… Ma ho un’esperienza da raccontare: per lo spettacolo di Giorgio Marini “Zoo o lettere non d’amore”, ho dovuto filare e fare un maglione con la paglietta di ferro per pulire i piatti. Guanti e grosse quantità d’ittiolo nelle mani per fare uscire le schegge. Però, una gran soddisfazione, alla fine…

 

Grazie alla bravissima e  Elena Cicorella,  per averci raccontato la sua professione così affascinante  e creativa!!

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