Gira la moda: Ingrato

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A volte mi imbatto in progetti che mi sembravo avveneristici li per li, cose mai viste, inimmaginabili, per poi rendermi conto che teoricamente sono progetti che già conosco o pagine su facebook a cui ho messo il like in tempo immemore; così è successo anche con Ingrato.

Ho visto un video sulla bacheca di un amico ed ho pensato che dovessi sapere il più possibile su questo fantasmagorico personaggio, per poi accorgermi di aver già analizzato la superficie molto tempo prima, e quindi mi sono deciso a contattarlo per farmi rilasciare un'intervista per la mia rubrica. Si è dimostrato subito molto disponibile ma non è stato subito facile, Sebastiàn mastica un pochino (molto poco) di inglese, per cui ho dovuto affidarmi ad un gentile traduttore che mi ha fatto da tramite.

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- Ciao, grazie della disponibilità! Chi si nasconde dietro al nome Ingrato? Chi sei, raccontami di te:

Il mio vero nome è Sebastián Plaza Kutzbach; vivo a Santiago del Cile e sono ufficialmente un disegnatore grafico. In questo momento sto lavorando per un laboratorio di innovazione imprenditoriale chiamato Openlab, dove ricopro il ruolo di produttore creativo.

- Il tuo progetto crea un perfetto connubio tra arte e moda, tu ti senti più un designer o un artista?

Tutto è cominciato come lavoro artigianale, come un hobby decorativo e sperimentale. Durante un viaggio in Perù, in cui sono andato a visitare mia sorella, ho conosciuto le meravigliose maschere lavorate a maglia che utilizzano nei balli rituali.

Mi sono piaciute talmente tanto che ho deciso di ricrearle con l’uncinetto. Dopo le prime maschere ho iniziato a voler trasformare anche i corpi, costruendoci attorno le mie strutture; in effetti io mi sento proprio a metà, mezzo artista e mezzo stilista.

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- Da dove deriva la voglia di creare attraverso la maglia e l’uncinetto? 

Sono cresciuto con mia mamma che faceva molti lavori artigianali, soprattutto all’uncinetto con fili sottili, ed io la ammiravo molto per il suo grande impegno; è stato per me un enorme stimolo a voler creare abbigliamento.

Sono passati anni, e successivamente al mio viaggio in Perù nel 2012 ho capito che tutto quello che avevo imparato attraverso il disegno lo potevo realizzare attraverso la maglia.

La mamma del mio fidanzato mi ha insegnato ad usare l’uncinetto, e successivamente mia nonna mi ha insegnato a lavorare a maglia, mentre mia mamma mi ha insegnato a chiudere i lavori e fare le cuciture. Sono stato molto fortunato a poter imparare da donne che hanno lavorato a maglia per tutta la loro vita.

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- Come realizzi i tuoi lavori, parti sempre da un progetto ben studiato o lavori anche liberamente creando forme nuove con l’avanzare del progetto?

E’ un processo completamente sperimentale, non faccio mai disegni e non pianifico il lavoro. Trovo i materiali da inserire nella maglia in corso d’opera, e lascio che l’immaginazione mi trasporti e mi faccia lavorare liberamente senza sapere la meta a cui arriverò.

- Progetti  futuri?

Spero di riuscire a realizzare una mia linea di abbigliamento adatta a tutti e continuare a sperimentare con i materiali naturali, anche se per il momento è molto difficile potermi dedicare solo a questo. Per ora lavoro a maglia principalmente come terapia, per rilassare la mia mente e stare bene, e mi rende molto felice.

 

Potete seguire Ingrato su Facebook o Instagram! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo pazzo designer qui sotto nei commenti!

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