Matemaglia? Matemagica!

matemaglia

Ed eccomi qui con il mio primo articolo, per la verità avevo preventivato tutt’altro,  un altro soggetto, un altro tema e stile ma… non funzionava proprio.

Poi ho ripensato a tutti quelli che mi dicono di detestare la matematica, a quelli che dicono di essere capre e a quelli che mi chiedono di risolvere loro un problema magliesco che implica qualche calcolo…

In realtà per la maglia non serve una gran matematica: basta quella della scuola media, spesso è sufficiente quella della classe seconda  e se proprio si è in vena di finezze si arriva a qualche equazione di primo grado; solo una volta ne ho usata una di secondo grado per  trovare la quantità di filato necessario in relazione a variazioni dimensionali per un modello rivisitato.

Ma vediamo ora un po’ di matemaglia magica.

Aceri di Svetlana Gordon    Aceri di Svetlana Gordon

Tanto per cominciare, abbandoniamo l’idea della matematica come brigoso calcolo che per quello, per fortuna, ci sono le calcolatrici. Pensiamo invece ai fiori con i loro petali disposti circolarmente, ai cerchi concentrici generati da un sasso lanciato nell’acqua, alle fronde delle felci e alle foglie dei frassini fatte di foglioline traslate, alla forma inconfondibile di quella dell’acero, alle onde del mare, alle orbite dei pianeti e alle spirali delle galassie. Tutte cose che la matematica studia e descrive ma a noi non interessa nulla di questa descrizione: ci basta guardarle per restare affascinati

Oppure osserviamo un abito in tessuto,  di quelli che di solito consideriamo semplici, lineari: ecco, spesso sono tutt’altro che semplici. La linearità si fonda sulla complessa trasformazione di una superfice piana, la stoffa,  in una struttura che seguirà le forme e i volumi, in un passaggio dal mondo bidimensionale del tessuto a quello tridimensionale del corpo: quanta geometria in tutto questo! Sviluppo dei solidi si chiamava altrove.

 

geometria in una margherita e in uno sciallegeometria in una margherita e in uno scialle

Leviosa FelceComposizione di Leviosa di Giuseppe Linguaglossa e Felce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eppure siamo tutti in grado di apprezzare tanto una foglia complessa quanto un abito dal taglio impeccabile e penso pertanto di poter affermare che a tutti piace almeno questo tipo di matematica. E la comprendiamo pure, con l’intuizione se non con la ragione. Il nostro emisfero destro coglie, osserva, intuisce e ciò che vediamo ci piace; quello sinistro, della ragione, seguirà se avrà voglia (è razionale,  sceglie, non agisce di slancio come il suo fratello destro ;)  )

Birdland IsleBirdland Isle di Paolo Dalle Piane

 E in maglia? In maglia non mancano gli esempi. Penso agli scialli, Birdland Isle di Paolo Dalle Piane tanto per non fare nomi, e guardo: vedo piume di uccelli e squame di pesce ma potrei anche dire  cerchi concentrici, giochi di compasso e tessere quadrate. Potete forse dirmi che non vi piace la geometria di Birdland? O che non la capite?

Si capisce benissimo questa geometria ed è per questo che piace (vi vedo incantati a seguirne il disegno sulla foto). E’ la stessa che troviamo nei lavori di Escher e nelle lezioni di scuola media: si chiamava isometria in quei libri, una parola orrenda che sembra una formula magica.

Se la matematica degli scialli la colgono tutti, più ostica è quella dei maglioni: strano se ci pensiamo, perché quest’ultima è quella del nostro corpo: un busto, due braccia, un collo, una testa, e un po’di varianti…simmetria bilaterale. Un maglione non colpisce la nostra fantasia come sa fare uno scialle, ha una costruzione  meno appariscente, che ci è nota fin da quando siamo in vita , e quando ripresentata in modo innovativo ha bisogno di essere rielaborata e compresa razionalmente per essere apprezzata. Nascono così  capi con cuciture o senza, lavorati dal basso o dall’alto quando non  lateralmente,  o anche diagonalmente, tecniche corrispondenti a diversi sviluppi geometrici, più o meno complessi.

composizione Woolly ThoughtsComposizione da Woolly Thoughts – Curve of Pursuit

Step up di Wolly thoughtsStep Up di Woolly Thoughts

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A volte però la matematica facilita ed è il caso del capo a raglan top-down.

La prima volta che sferruzzai un capo a raglan, una maglia traforata che risale a più di 30 anni fa e naviga ancora tra i miei cassetti, si trattò di un bottom-up con i canonici quattro pezzi cuciti assieme. Lo eseguii scegliendo il punto e la linea, il resto venne sviluppato con calcoli e pazienza. Soddisfattissima a suo tempo e ancora oggi molto affezionata ad esso, ma a ben guardare  certamente non decisi di  seguire la via più facile sotto il profilo della progettazione. Volete mettere la pulizia della matematica di un capo top-down con manica a raglan? Due sole regole per definire la quantità degli aumenti sul giro e la loro frequenza nella successione dei giri, calcoli ridotti quasi a zero. E’ proprio il caso di dire che qui la matematica facilita, riduce, semplifica perché comunque, a livello concettuale, un top-down senza cuciture è il ribaltamento della prassi ancora oggi più ricorrente, almeno in Italia, quella che sviluppa faticosamente il capo con pezzi cuciti e lavorazione bottom-up.

Fish 8 medium2 escher di lanaTiling Fish by Jana HuckShore 4 small2 escher di lanaOn the Shore by Jana Huck

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Potrei fare altri esempi, ogni pagina di maglia si presta a questa lettura …ma ormai, se mi avete seguito fino a qui, li trovate da soli.

Ancora sicuri che la matematica non vi piaccia? Ditemi cosa ne pensate!

Alice

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