Torna nel nostro blog (graditissimo ritorno per gli occhi dei più e per i ferri di molti. O viceversa, fate voi)D’Ario Woolover.
Abbiamo avuto il piacere di lanciarlo in pasto alle folle con Shadows, lo scaldacollo per il bel tenebroso, e facemmo il bis con Boomerang, la sciarpa storta. Potevamo smentire il detto “non c’è due senza tre” per un nuovo pattern?
Ci auguriamo che torni presto a farci visita per parlarci del suo nuovo brand: Knitting Bastard. E ora gli lasciamo l’occhio di bue ben puntato addosso. La parola a te D’Ario!
Dopo quasi un anno di assenza dal mondo on-line del knitting, ho ripreso in mano ferri, mouse e tastiera per consegnare un nuovo pattern targato D’ario Woollover.
Dopo aver realizzato un collo, una sciarpa e una fascia sono giunto, per gioco e per divertimento, ad una sintesi delle varie funzioni di quei tre accessori per riunirli in uno solo.
Never Say Seven è infatti un multiforme accessorio che si presta ad (almeno) sette utilizzi differenti.
In una sera di novembre, stanco delle letture, dello studio e del lavoro, ho ripreso in mano i ferri e ci ho buttato sopra alcune maglie per divertirmi un po’ e per accompagnare il mio film serale.
Da tempo guardavo sul web molti progetti “convertible”: spesso erano semplici pezze smacchinate che però, con abile utilizzo di asole, cuciture e piegature si rivelavano oggetti cangianti e multiformi, capaci di vestire in modo molto diverso partendo sempre dallo stesso materiale.
Da bravo gemelli non posso che rimanere incantato per tutto ciò che è mutevole e movimentato così, procedendo con il lavoro, ho voluto pensare a come rendere l’“imparaticcio” che accompagnava la mia serata cinefila un accessorio che potesse cambiare funzione, effetto. È nato Never Say Seven: una sciarpa lavorata in piano che va a chiudersi in circolare, per un collo “a cravatta”, una collana, un cappuccio, una fascia, un oggetto versatile e imprevedibile.
Io utilizzo punti semplici, prediligo i colori pieni e i forti contrasti, ma non per questo il pattern risulta noioso: ho voluto inserire alcuni gettati per costruire delle linee che slanciassero la parte in piano e la facessero contrastare con la pienezza e la massiccia presenza di materiale che compone invece la parte circolare. Per questa parte, il vero e proprio “collo”, ho deciso di riservare tutto il relax del lavoro a maglia.
Si arriva al passaggio da lavoro in piano a lavoro in tondo, con un numero di maglie multiplo di quattro, meno una maglia: così il motivo crea come per magia e in modo assolutamente automatico un motivo a spirali, sottolineate dalle coste, che da un lato aumentano lo spessore percepito da chi indossa l’oggetto e dall’altro creano un movimento ottico interessante che rompe con linee di forza la parte sottostante.
Ammazza che supercazzola!
Nonostante la descrizione macchinosa la parte bella del modello è questo salire a spirali per raggiungere la dimensione desiderata e vedere come il motivo si crei in modo automatico, staccando il cervello dai pensieri e lasciando correre le mani.
Amo sempre di più le lane Drops, ed anche per questo progetto ho utilizzato Lima, un blend alpaca-lana che ha una cartella colori molto bella, oltre che un costo contenuto, che non guasta mai.
Inoltre, solo per i lettori del blog più Magliuomo che c’è, ho in serbo una sorpresa: uno sconto importante, attivo fino alla fine di febbraio. Cliccando QUI avrete il pattern già scontato del 40% direttamente nel carrello
Ringrazio tantissimo gli entusiasti tester, in ordine sparso: Gianna Bagnoli, precisissima e preparatissima, Francesco Autuori, segugio di refusi, Leo Buttazzo, entusiasta primavoltista e Ioana Gravilas, incoraggiante e solare. Grazie di cuore, il vostro lavoro è importante e spesso poco conosciuto.
E come dimenticare l’immenso blog dei Magliuomini e del gruppo Facebook. Senza di voi molte mie giornate sarebbero state grigissime!