Costumi fuori scena: in ricordo di Bice Minori

costumi fuori scena

bice minoriBice MinoriInauguro questa  rubrica con il ricordo di Bice Minori, indimenticabile sarta per il teatro, morta il 5 aprile 2015 all’età di 93 anni (Serrone -Fr- il 17 dicembre 1923).

Nel 1963,alla RAI (dove lavorava come cuoca presso la mensa), venne aperta la sartoria e le fu chiesto se voleva entrare a farne parte. Lei accettò e subito si rivelò il suo talento nella confezione dei costumi, fino alla partecipazione ad uno dei capolavori del nostro teatro, “Orlando Furioso” di Luca Ronconi (Spoleto, Festival dei due mondi, 4 luglio 1969, riduzione di Edoardo Sanguineti, scene di Umberto Bertacca e costumi di Elena Mannini),  messo in scena in modo nuovo, libero e travolgente, con l’ausilio di palcoscenici fissi e mobili e con l’utilizzo di macchine teatrali ed effetti particolari ed inusuali.

 

costumi fuori scena

bice minoriBice MinoriInauguro questa  rubrica con il ricordo di Bice Minori, indimenticabile sarta per il teatro, morta il 5 aprile 2015 all’età di 93 anni (Serrone -Fr- il 17 dicembre 1923).

Nel 1963,alla RAI (dove lavorava come cuoca presso la mensa), venne aperta la sartoria e le fu chiesto se voleva entrare a farne parte. Lei accettò e subito si rivelò il suo talento nella confezione dei costumi, fino alla partecipazione ad uno dei capolavori del nostro teatro, “Orlando Furioso” di Luca Ronconi (Spoleto, Festival dei due mondi, 4 luglio 1969, riduzione di Edoardo Sanguineti, scene di Umberto Bertacca e costumi di Elena Mannini),  messo in scena in modo nuovo, libero e travolgente, con l’ausilio di palcoscenici fissi e mobili e con l’utilizzo di macchine teatrali ed effetti particolari ed inusuali.

 

orlando furiosoOrlando Furioso

Era  teatro ritrovato sulle tracce del teatro medievale,  teatro-happening capace di coinvolgere, lontano dalle forme tradizionali, secondo i nuovi stimoli culturali e politici di quegli anni. Bice fu la sarta di questa enorme produzione, tra i cui protagonisti ricordiamo Mariangela Melato, Ottavia Piccolo, Edmonda Aldini, Massimo Foschi, Michele Placido, tutti  al loro debutto, truccati pesantemente e vestiti in modo enfatizzato, sovrastati da complicati cappelli, o mascherati, per sottolineare  l’oniricità del testo: esordio grandioso per Bice!

Bice amava  ricordare l’inizio della sua carriera e gli aneddoti di mezzo secolo di lavoro in teatro. Entrare nel suo appartamento di via Crescenzio nel quartiere di Prati a Roma ed incontrarla è stato per me un’emozione: era una donna molto magra, con un viso severo e due occhi vivaci, sempre gentile e pronta a trovare il costume adatto, la parlata un po’ ciociara e un corallo, come ornamento, sempre: orecchini, un anello, la spilla.

In piedi, circondata da costumi di ogni genere, abiti da sera, camicie complicate, sete lucide, crinoline, o seduta su uno dei divanetti del salotto del suo disordinato deposito/museo,  luogo della sua passione per i costumi (e del suo mestiere); affollato, per non dire strapieno, di armadi alti e polverosi nel corridoio, pieni di cappelli,  ricolmo di ornamenti di ogni genere, diademi, cravatte, guanti, passamanerie, abiti e completi appesi dappertutto. Quasi non si passava, sembrava di stare già sul palcoscenico, sembrava di stare tra le quinte, pronti a recitare.

Foto dall'archivio di Nicola d'Eramo:

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In un angolo, vicino ad una delle finestre della sua sartoria, la sua macchina da cucire, dal lato opposto, un grande tavolo ingombro di stoffe di ogni genere pronte per il taglio e la confezione dei costumi dello spettacolo del momento. Bice cuciva costumi e teneva anche, a disposizione degli attori, abiti trovati dappertutto, per ogni genere di spettacolo. Una vera miniera.

Ha vestito attori di chiara fama: Salvo Randone, Romolo Valli, Paolo Stoppa. Quando Eduardo De Filippo fece la trasposizione televisiva delle sue commedie, Bice diventò la sua sarta personale.

Ma Bice era la sarta e l’amica di tutti gli attori e le attrici che andavano a provare i costumi da lei.

L’attore Nicola d’Eramo mi ricordava come  la sua disponibilità e la sua generosità “hanno vestito” lo straordinario movimento sperimentale romano dell’avanguardia degli anni ’70 e ’80:  Perlini, Cobelli, Sbragia, Sepe, Cavallo, Di Marca, Varetto. Artisti  pieni di idee e di talento che, con le loro produzioni che non potevano sostenere i costi di celebri sartorie come  Farani, trovavano in  Bice rifornimenti a basso costo,   per i loro spettacoli dei teatri “off” e delle cantine. Quegli spettacoli oggi sono quasi dei classici. D’Eramo ricordava, tra tutti, i costumi di Bice per Giancarlo Sepe, da “In Albis” a “Zio Vania” e “Accademia Ackermann” , del 1978, fino a “L’età del jazz” del 1987 e “Anna dei miracoli” del 1988 (con Mariangela Melato, avvolta in un abito scuro, opaco a fiorellini).

Fino all’anno scorso, Bice è stata un punto di riferimento per tutto il teatro romano e non solo che,  grazie a lei e al suo inesauribile magazzino, poteva “vestire gli attori”, perché il “costume è metà del personaggio”.

 

PINA CATANZARITI

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