Visita a Borgo de’ Pazzi, i gomitoli made in Tuscany

bordo de pazzi stash 1Recarsi nell’azienda della famiglia Signori per me, toscano di nascita, è stato come andare a prendere un caffè da amici. Caffè che, in effetti, poi mi è stato offerto davvero!

Dopo aver visto la pre collezione P/E 2016/17 nel corso della mia visita a Pitti Filati dello scorso gennaio  (qui l’articolo se l’avete perso), ho accettato con entusiasmo l’invito di Massimo Signori e di sua moglie, Chiara Chiavacci, ad andare “in ditta” per  approfondire meglio le novità. Principalmente mi sono molto piaciuti i nuovi filati ma non nego d’essere stato conquistato dalla loro simpatia e cordialità.

Borgo de’ Pazzi è a pochi chilometri da casa mia, in provincia di Prato, uno dei siti tessili più conosciuti e produttivi d’Italia. Un quarto d’ora d’auto e quella mattina ero già sul posto.

All’ingresso trovo Chiara, preoccupatissima per il disordine, evidentemente non conscia del fatto che una filatura non può essere un salotto ma che, anzi, il suo bello sta proprio nello svolazzio di peluria e nel rumore dei macchinari che girano.

Lei, carinissima come sempre, mi fa passare dal magazzino e, già lì, divento Pinocchio (o Lucignolo?) nel Paese de’ Balocchi e comincio a scattare foto.

Scaffali e scaffali pieni di gomitoli stoccati accuratamente, matasse soffici e provocanti occhieggiano da dietro i sacchetti di nylon. La voglia di arraffare l’intero magazzino e scappare sono un tutt’uno. Ma desisto (sigh) e proseguo nella visita mentre Chiara mi spiega un po’ di storia della ditta.

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“Io sono un arrivo relativamente recente”, mi dice Chiara, “ma l’azienda esiste dal 1978. E’ stata fondata dal babbo di Massimo, Ivo Signori, che l’avviò con una produzione di ciniglia. Poi, intorno agli anni ’90 sono entrati a far parte dell’azienda anche i suoi figli, Massimo e Carlo, che hanno introdotto anche i filati per aguglieria”.

Chiacchierando, entriamo in campionario. Carlo, il fantomatico tecnico tessile, creatore di tutti i filati nonché fratello di Massimo, arriva mentre io sto armeggiando con le cartelle colori (tanti colori!). Ha l’aria dell’inventore pazzo Carlo, ma mi spiega con competenza quali scelte sta facendo l’azienda: “ci adoperiamo costantemente per migliorare la qualità della nostra produzione”, afferma, “il ‘Cedro‘, per esempio, grazie a un nuovo speciale trattamento ad acqua è diventato il ‘Nuovo Cedro‘ che lo rende più soffice e morbido del suo predecessore pur essendo fatto della stessa fibra. Inoltre ci piace avere uno stile unico e riconoscibile, lasciando volutamente quel leggero aspetto ‘imperfetto’ che deve caratterizzare assolutamente un filato destinato all’aguglieria in cui un eccesso di perfezione industriale toglie ogni poesia al capo finito e soddisfazione a chi lo lavora”.

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Mi congedo da Carlo chiedendogli di fare una foto. Lui cerca, senza successo, di ravviarsi il ciuffo ribelle da inventore pazzo e si piazza al centro del campionario per lo scatto, imbarazzato ma anche evidentemente orgoglioso di farsi circondare dalle sue personali “creature”.

Con Chiara passiamo alla produzione mentre Massimo mi accoglie sorridendo e, per sovrastare il fragore delle macchine che lavorano a pieno ritm  mi urla un “CIAO! BEN ARRIVATO!”.

borgo de pazzi filatura 1024x7681carlo signorini borgo de pazziMi mostra i macchinari per produrre ciniglia, che non avevo mai visto prima, e con l’occasione mi presenta “l’operaio” di turno in quel momento. E’ suo padre; con  xxxanta anni suonati sul groppone ma ancora sul pezzo, come vuole la buona tradizione pratese.

Ci allontaniamo dai macchinari per parlare più tranquillamente e mentre c’avviamo verso la sala campionario per prendere quel famigerato caffè di cui sopra, Carlo continua con la storia della ditta: “dopo molti anni di produzione conto terzi per i più famosi brand europei e nordamericani, nel 2007 abbiamo deciso di avviare un nuovo progetto tutto nostro lanciando il marchio ‘Borgo de Pazzi‘, per distribuire direttamente i filati on-line, quindi contestualmente abbiamo creato il sito e-commerce.  Saltando alcuni passaggi distributivi riusciamo in questo modo a fornire dei prodotti di alta qualità a un prezzo ragionevolmente più basso a quelli di pari categoria. Inoltre abbiamo un rapporto diretto azienda/consumatore, che ci fornisce gli input necessari allo sviluppo dei nuovi articoli e il miglior controllo possibile sulla qualità della produzione. Noi produciamo quasi interamente in azienda e, per una parte, ci avvaliamo di altre aziende tutte del territorio pratese. Per questo abbiamo aderito al progetto www.madeinitaly.org e ne abbiamo ottenuto la certificazione.”.

Arriviamo in sala campionario che si apre su due scaffali di Knit Pro “Spectra trendz” e “Basix birch”, in betulla, leggerissimi. Insospettabilmente più leggeri anche del bamboo. Sul tavolo uno scialle avviato da Chiara, il “Tailspin” di Josh Ryks, giovane e talentuoso Magliuomo americano.

A questo punto… bé, mi hanno mostrato la nuova collezione. Ma, posso non farvi morire di curiosità? Tornate a trovarci nel blog e presto ne saprete di più.

Nel frattempo magari, fatevi un giro nel loro sito www.gomitoli.com e resterete sorpresi dall’eccellenza italiana. Alcuni nomi da vedere assolutamente: Nuovo Cedro, Cashmerino, Stout, Indio, LW125, Soavia, Eco.

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