La produzione di filati per

Mr.Crochet era un esercizio dello spirito,

rannicchiato come un feto primordiale si estraniava dal mondo,

le sue lacrime erano materia viva,

filati destinati a toccare mani sconosciute...

divenivano oggetti con l’anima in fiamme.

 

Questa magia lo lasciava senza forze per ore,

in alcuni casi modificava il suo corpo...

denti da sputare,

ciocche di capelli come bolo di gatto gli rotolavano sul petto,

respiro affannoso e cuore scheggiato.

 

Fu così che Albert Knit una sera d’estate si sedette accanto a lui:

“Tutto bene? La vedo parecchio affaticato...”

Mr.Crochet non brillava per delicatezza:

"Si è visto? Da quanto tempo non sorride? In compenso ha un delizioso maglione...”

Si ritrovarono a parlare di punti, ferri,

della passione di Albert, della paura di sentirsi giudicato per essa...

“Non voglio che gli altri sappiano o le caveró gli occhi”.

Questo disse, sventolando all’aria grossi ferri di bamboo.

 

Mr.Crochet non poteva credere alle sue orecchie!!!

Nascondersi? Perchè? Per chi?

Come un novello Cyrano, impettito e fiero declamó le sue regole:

1- mai pentirsi di ciò che ci rende migliori

2-sferruzzare sfacciatamente contro le brutture del mondo

3- sognare senza limiti

4- zittire chi ci giudica.

 

In quel momento vide Albert davvero...

il centro del suo cuore era un puntaspilli,

soffriva ma i suoi occhi ora brillavano è qualcosa si era cicatrizzata dentro sè.

 

Da quel giorno non si nascose più e

guardando il cielo, ogni notte, per tutta la sua lunga vita,

sferruzzando benedisse quel buffo ometto dal cuore impavido...