Matemaglia: Raglan forever!

matemaglia

raglan: si dice di un tipo di manica con breve
attaccatura alla base del collo e cuciture che da
lì si divaricano per poi ricongiungersi nel punto
sotto l’ascella, usato in origine soprattutto per
soprabiti: manica (a, alla) raglan
Etimologia: ← dal nome del generale inglese raglan
(1788-1855), attrav. il fr.
da Garzanti Linguistica

Buongiorno a tutti,
eccoci qui ormai in pieno autunno. Molti di noi avranno occhieggiato i loro filati preferiti per la stagione fredda, qualcuno si sarà già imbarcato nel lavoro dell’inverno, qualcuno avrà deciso quale maglione e con quale filato e qualcun altro, eterno indeciso, penserà ancora a lungo.
Ci eravamo lasciati la scorsa volta, ragionando sul problema del maglione “con o senza cuciture” lavorato top down o bottom up con particolare riferimento al maglione con sprone rotondo.

Drangey: cardigan a raglan, top down di Stephen West

Drangey: cardigan a raglan, top down di Stephen West

Oggi è la volta del capo a raglan.

Che dire? Mi piace!
E’ probabilmente la mia costruzione preferita. Non tanto in termini di lavorazione o estetica quanto in termini di vestibilità perché lo trovo incredibilmente comodo, piacevole da indossare. E’ fatto a raglan il pullover da cui mi faccio coccolare se passo una faticosa giornata all’aperto e, quando rientro più o meno stanca ed intirizzita, lo indosso dopo la doccia riscaldante per avvolgere le spalle stanche senza costringerle.
Una buona costruzione a raglan sta bene a tutti, a chi ha spalle ampie come a chi si sente carente in ciò perché, con un po’ di attenzione alle linee, consente di riproporzionarle otticamente. E, soprattutto, lascia le articolazioni libere nei movimenti tanto che molti dei più noti marchi sportivi la usano nei loro capi sia maschili che femminili. Insomma, se non si fosse capito, adoro il raglan.
Nel corso dei decenni è stato modellato adattandosi alle linee dominanti della moda. A questo proposito è interessante il risultato della ricerca per immagini in internet: si può notare come nel tempo le linee che separano le maniche dal busto abbiano posizioni diverse dando a queste parti del corpo una diversa reciproca importanza.
Sostanzialmente la costruzione a raglan consiste nel ripartire in quattro parti proporzionate il numero di maglie che troviamo nello scollo in modo che vestano con equilibrio braccia e busto e può essere eseguito bottom up o top down secondo le proprie preferenze.
Ma quante maglie? E come si ripartiscono? Il numero di maglie per le maniche è proporzionalmente più ridotto in quei periodi di tempo, e capi, in cui si prediligono vestibilità aderenti e spalle otticamente ridotte, al contrario è più elevato in capi più morbidi, sportivi e ampi o che dedicano maggiore attenzione alle spalle.

Ma vediamo alcuni esempi, considerando le grandi maestre

Costruzione a raglan di E. Zimmermann con le linee delle spalle convergenti in un unico punto sullo scollo. Costruzione a raglan di E. Zimmermann con le linee delle spalle convergenti in un unico punto sullo scollo.

Costruzione a raglan di E. Zimmermann con le linee delle spalle convergenti in un unico punto sullo scollo.
(Per vedere i modelli è necessario essere iscritti a Ravelry, i link diretti sono:Timmy's Christmas Sweater foto © mel-is-swell e Kermit foto © yenhen)

In Elizabeth Zimmermann le due linee della spalla convergono sullo scollo in un unico punto (cfr. Knitting Workshop), la manica è relativamente aderente ma, soprattutto, il livello ascella è piuttosto corto, seconda la moda del suo tempo. Ne deriva una manica che al giorno d’oggi veste bene una spalla sottile ma, su una struttura più muscolosa e arrotondata, può essere stretta e non sempre garantisce la comodità che tanto mi piace in questa costruzione. D’altro canto il suo metodo, lavorato in filato sottile, consentirà di produrre una capo maschile di linea classica. E. Zimmermann costruiva questi pullover in bottom up, con diminuzioni per modellare le parti e senza cuciture.

Particolare della spalla

Particolare della spalla (Foto © tigarimama - Seamless Raglan Sweater - child)

Passiamo ora a Barbara Walker

Guru del top down, propone per le parti del davanti-dietro e delle maniche una ripartizione di maglie fatta in base al numero di maglie necessario per coprire la base dello scollo dietro. Quindi:

  • dato il numero di maglie necessario per coprire lo scollo dietro della persona, quello da destinare a ciascuna manica è pari a 1/3 del precedente. per cui il numero complessivo di maglie sarà dato da: 2n + 2/3 n + 4 con n = numero di maglie dello scollo dietro ( n per il dietro e altrettante n per il davanti, 1/3 di n per ciascuna manica, 4 sono le maglie che separano un settore dall’altro nella lavorazione circolare top down (dietro, manica sinistra, davanti, manica destra). In altre parole circa 1 parte del totale delle maglie per ciascuna manica, 3 parti per il dietro e 3 parti per il davanti, in tutto 8 parti.

Questo in termini di quantità di maglie e relativa proporzione; il loro avvio segue una procedura particolare che potete trovare nel suo testo. Ne deriva una manica, che potete vedere qui che ha una attaccatura sul bordo dello scollo più ampia di quella della Zimmermann e, complessivamente, una più facile vestibilità.

fig.4 fig.5

Costruzione a raglan con le proporzioni di Barbara G. Walker: le linee delle spalle sono più distanziate e c’è una migliore vestibilità dell’articolazione anche quando il capo è aderente. (a sinistra Classic Raglan Pullower foto di © jimbobspins, a destra  Craving Stripes foto di © SusieM)

La moda però cambia, gli stili si modificano e anche i gusti. Cosa c’è di più gratificante se non farsi la propria maglia secondo le linee che ci piacciono di più?
Quindi, dopo aver letto i libri sacri (ma anche senza averlo fatto se volete), andate in giro e osservate i pullover sulle altre persone e nei negozi, provateli magari, e verificate su di voi cosa vi piace e cosa vi veste meglio. Poi osservate il capo, la ripartizione e l’ampiezza attribuita alle diverse parti. E’ proprio qui che, a mio avviso, sta la grande versatilità del raglan: giocando su queste proporzioni si riescono a vestire al meglio le spalle di tutti.

Da parte mia la proporzione che prediligo è la seguente:

  • 2 parti per il dietro
  • 2 parti per il davanti
  • 1 parte per la manica destra
  • 1 parte per la manica sinistra

Scelgo pertanto un numero di maglie divisibile per 6 e attribuisco circa un terzo delle maglie al dietro, un terzo al davanti, e 1/6 (la metà del terzo rimanente) a ciascuna delle due maniche. Questo è il raglan per le mie spalle, quello che mi coccola ed è il raglan che mi sento di consigliare per pullover comodi maschili.

In ogni caso, non fidatevi troppo, cercate il vostro raglan ideale: con molta probabilità sarà tra la ripartizione proposta dalla Walker e quella che uso per me. Poi provate, che sia bottom up o top down poco importa anche se è da dire che il top down senza cuciture è decisamente vantaggioso nel caso del raglan in termini di lavorazione perché risulta particolarmente facile e scorrevole. Molto semplicemente, si tratta di lavorare a giri alterni 4 coppie di aumenti: ogni maglia di confine tra due sezioni sarà fiancheggiata da una linea di aumenti a destra e una simmetrica alla sua sinistra.

Anche qui però, nei capi maschili e in quelli ampi o pesanti, preferisco evitare la costruzione senza cuciture. Questo non perché, come pensano a casa mia, gli ometti non distinguono il dentro dal fuori e pertanto hanno bisogno delle cuciture sul rovescio, ma per i soliti motivi di struttura già detti la scorsa volta.

  • “Però Elizabeth li faceva senza cucire…”

Si, Magliuomo, ti sento. E’ vero che Elizabeth Zimmermann li faceva senza cuciture, ma eseguiva una lavorazione molto compatta e non utilizzava mai la merino superwash, detta irrestringibile ma…molto allungabile!
Quindi per un uomo posso comunque lavorare corpo e maniche in tondo, ma poi farò le cuciture di unione tra spalle e busto.

Problemi? Difetti? Si, ovviamente sono possibili sia nella costruzione con sprone rotondo che nel raglan e se navigate in ravelry osservando attentamente i progetti li troverete ma ne parleremo la prossima volta.
E adesso? A sperimentare. E poi, fatemi sapere!

Bibliografia
Barbara G. Walker – Knitting from the top – 1972
Elizabeth Zimmermann – Knitting Workshop - 1981

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