A tu per tu: intervista a Orange Fiber

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Fuga di cervelli?

No, direi piuttosto trasferta di idee geniali; dalla Sicilia a Milano fino a Rovereto in provincia di Trento; dove TRENTINO SVILUPPO (www.trentinosviluppo.it) deciderà di finanziare il progetto nell’incubatore IPOINT.

E’ questa la lampadina che si accende nelle menti di Adriana Santanocito e Enrica Arena: creare un filato dagli scarti delle arance: ORANGE FIBER

Un filato e quindi un tessuto che si ricava dagli scarti come quelli delle arance utilizzate nel settore alimentare. Parliamo quindi di moda ed eco-sostenibilità . Un tessuto insomma che aiuta l’ambiente e che può essere anche cosmetotessile.
Ma qual è il motivo che ha spinto le nostre protagoniste ad avere e sviluppare questa idea?
A questo punto credo che per capire di più sia meglio far esporre il tutto alle dirette interessate.

Innanzitutto cominciamo con il conoscerle meglio.

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D: Adriana Santanocito – Enrica Arena: qual è la vostra storia? Ci parlate di voi?

R: ADRIANA SANTANOCITO, ideatrice, CEO & Co-Founder
Nata a Catania, ho seguito un corso triennale in Fashion Design presso l’AFOL Moda di Milano specializzandomi in materiali tessili e nuove tecnologie per la moda. Ho seguito personalmente la fase di ricerca e sviluppo del progetto con la collaborazione del Politecnico di Milano ed oggi mi occupo del design e dello sviluppo del prodotto.

ENRICA ARENA, CMO & Co-Founder
Nata a Catania, laureata in Cooperazione Internazionale per lo sviluppo e in Comunicazione ho maturato diverse esperienze in ambito comunicazione no profit e project management. Oggi mi occupo del marketing, della comunicazione e della ricerca fondi.

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D: Orange Fiber, dove, come e soprattutto perché nasce questa idea?

R: Risponde Enrica Arena:
Orange Fiber nasce dalla voglia di fare qualcosa per la nostra terra, dall’esigenza di trasformare un problema in una risorsa economica e portare l’innovazione e la sostenibilità all’interno del comparto tessile e manifatturiero italiano.

Nel 2011, nel corso dei suoi studi in Fashion Design e materiali innovativi all’AFOL Moda di Milano, Adriana Santanocito ideatrice & Co-Founder – intercetta il trend dei tessuti sostenibili e decide di approfondire l’argomento nella sua tesi.

Parallelamente entrando in contatto con i produttori di agrumi, rimane molto colpita dalla sofferenza del settore – le cui arance faticano ad entrare sul mercato – e ha l’intuizione di poter utilizzare gli agrumi per creare un tessuto innovativo.

Dalla teoria, riesce ben presto ad arrivare alla pratica, e dopo aver provato la fattibilità del processo con il laboratorio di Chimica dei Materiali del Politecnico di Milano, deposita il brevetto italiano, esteso poi in PCT internazionale nel 2014.

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E’ durante lo sviluppo del processo che scopre l’altra grave questione che affligge il settore agrumicolo siciliano: lo smaltimento dei sottoprodotti della spremitura – ovvero di tutto quello che resta dopo la produzione industriale di succo - che vale circa 1 milione di tonnellate l’anno in Italia – e la cui gestione comporta ingenti costi economici per le industrie di trasformazione e impatta l’ambiente.

A quel tempo condividevamo la stessa casa a Milano, città in cui anche io mi ero trasferita per studiare comunicazione e cooperazione internazionale, immaginando un futuro nell’imprenditoria sociale. Mi parlò della sua idea e ne rimasi colpita; la sostenibilità ci ha unite e da quel giorno lavoriamo fianco a fianco ad Orange Fiber.

Logo Orange Fiber

D: Tessuto cosmetotessile: ci spiegate questo concetto?

R: Se fosse possibile, preferiremmo non concentrarci sulla questione del tessuto vitaminico, in quanto abbiamo messo in pausa questo aspetto e ci stiamo concentrando sull’ottimizzazione del processo di produzione industriale del nostro tessuto e sull’ingresso sul mercato dei nostri prodotti. Negli obiettivi di lungo periodo c’è quello di approfondire anche le ricerche sulla possibilità di arricchire il tessuto con vitamine presenti negli agrumi, concentrandosi in particolare sulla loro efficacia e durata per pensare al benessere di chi indosserà i capi realizzati con Orange Fiber.

Twill

D: Che tipo di filato producete e in quale modo può essere lavorato?

R: Risponde Adriana Santanocito:
Orange Fiber è il primo tessuto creato a partire dal sottoprodotto dell’industria di trasformazione agrumicola, un’innovazione di prodotto ma anche di processo, in quanto recuperiamo un materiale esausto, non rivale al consumo alimentare e lo trasformiamo – attraverso processi semi-industriali sostenibili – in un nuovo materiale di altissima qualità capace di rispondere alle esigenze di sostenibilità e innovazione dell’industria della moda.

Nello specifico il nostro tessuto viene realizzato a partire dal pastazzo d’agrumi, ossia quel residuo umido che resta al termine della produzione industriale di succo di agrumi e che non può più essere utilizzato ma solo gettato via come un rifiuto. Grazie al processo da noi brevettato, siamo in grado di sfruttare le potenzialità del pastazzo per l’estrazione della cellulosa d’agrumi atta alla filatura, trasformando così uno scarto in una risorsa per il rilancio economico del comparto manifatturiero italiano.

Le varianti di tessuto finora prodotte comprendono un raso e un popeline – ottenuti tessendo il nostro esclusivo filato insieme alla seta comasca e al cotone – e un twill 100% Orange Fiber, impalpabile e leggero simile alla viscosa.

Per le produzioni future stiamo lavorando a varie tipologie di tessuti, dai più strutturati ai più delicati, in modo da soddisfare tutte le esigenze di creazione dei brand di moda.

I nostri tessuti sono di colore bianco naturale ed è possibile tingerli, stamparli, colorarli e lavarli come i tradizionali tessuti sul mercato.

Per le sue peculiarità, il nostro prodotto è capace di rispondere alle nuove esigenze di innovazione e sostenibilità dell’industria della moda con un tessuto elegante e di qualità, capace di unire etica ed estetica e conservare intatte le risorse del pianeta per le generazioni future.

D: E’ possibile lavorarlo anche a maglia e all’uncinetto?

R: Il filato non si presta a questo tipo di lavorazione.

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D: La vostra è un’idea che strizza l’occhio all’eco-sostenibilità, con il riciclo appunto degli scarti alimentari e questo oltre a farvi vincere numerosi premi e riconoscimenti  vi ha permesso di venire a contatto con il Parco Tecnologico Padano di Lodi e L’incubatore IPOINT di Rovereto di Trentino Sviluppo che ha finanziato il vostro progetto. E’ stato complicato questo percorso?

R: Risponde Enrica Arena
Trasformare un’idea in un progetto imprenditoriale non è semplice, per un progetto industriale sperimentale come il nostro poi, le complessità non mancano.

Probabilmente il più grande scoglio è sempre stato reperire i fondi sufficienti per mantenere in vita e far progredire il nostro progetto. In questi anni siamo riuscite a superare questo scoglio con un mix di agevolazioni statali, capitale di rischio di Business Angel e il supporto ricevuto da acceleratori e incubatori.

In particolare, i primi prototipi di tessuti sono stati realizzati grazie all’ingresso in società di alcuni imprenditori siciliani e al finanziamento del bando Seed Money di Trentino Sviluppo (programma operativo FESR 2007-2013 della Provincia autonoma di Trento con il contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale): un raso bianco e un pizzo nero e bianco ottenuti tessendo l’esclusivo filato Orange Fiber alla seta comasca e due varianti di filato di colore giallo e arancio, presentati in anteprima il 16 settembre 2014 all’Expo Gate di Milano in occasione della Vogue Fashion’s Night Out.

A dicembre 2015, grazie al contributo del bando di finanziamento Smart&Start di Invitalia (Ministero Sviluppo Economico), siamo riuscite a far nascere il nostro primo impianto pilota per l’estrazione della cellulosa da agrumi atta alla filatura.

Di recente, infine, grazie alla vittoria del Global Change Award 2015 – l’iniziativa lanciata dall’organizzazione no-profit H&M Foundation nel 2015 con l’obiettivo di ricercare idee innovative capaci di chiudere il cerchio nell’industria della moda per salvaguardare il nostro pianeta – abbiamo avuto la grande fortuna di poter investire il grant (borsa di studio) ricevuto in ricerca e sviluppo e beneficiare in un anno di consulenza e accelerazione personalizzata offerta da Accenture e dal KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma per far crescere e consolidare il nostro progetto e la nostra azienda.

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D: Quando verrà lanciato sul mercato il vostro prodotto?

R: Risponde Adriana Santanocito
Lo scorso 22 aprile 2017, in occasione della Giornata della Terra, è stata presentata la prima collezione moda realizzata con i nostri esclusivi tessuti da agrumi dalla celebre e storica maison fiorentina Salvatore Ferragamo Change Fiber Collection. Salvatore Ferragamo ha colto per primo le potenzialità del nostro tessuto da agrumi, dando vita ad una daily wear Capsule Collection, elegante, fresca e contemporanea perfetta per la primavera-estate 2017 (vai alla scheda dedicata al progetto).

Nata dall’amore per l’innovazione, il design e la creatività italiana, questa collaborazione rappresenta un importante traguardo per la nostra azienda e il primo grande passo all’interno della moda internazionale.

Quindi possiamo dire che l’amore e la preoccupazione per l’ambiente e per la propria terra in particolare unito alla voglia di innovazione e cooperazione, rappresentano il motore che ha spinto le nostre ragazze a portare avanti il loro progetto con tenacia e determinazione; trasformando un problema in una risorsa.

Doti che sono state premiate da chi ha saputo cogliere l’opportunità che questo progetto innovativo ed esclusivo offriva.

Non mi resta altro, quindi, che salutare Adriana ed Enrica ringraziandole per la disponibilità dimostrata e augurandoci un giorno di poter indossare un capo che faccia bene alla salute; magari, chissà, lavorato a maglia o uncinetto.

Ciao a tutti, alla prossima.

Le fotografie presenti nell'articolo sono di Masiar Pasquali - www.masiarpasquali.it e Vincenzo Leonardi - www.photoegrafica.it

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