MATEMAGLIA: TOP DOWN O BOTTOM UP?

matemaglia

Top down or bottom up, that is the question:

Whether ‘tis noble in the mind to suffer   

Eighteen inches of sad stockinette stitch,

Or to take arms against a sea of  troubles,

And  by increasing end them? To knit, to sleep…

No more, and by a  bind off to say ”I’ve ended”    

Top down, o bottom up, questo è il problema:

Se sia più nobile soffrire

per diciotto pollici di triste maglia rasata,

o prendere le armi contro un mare di affanni,

e a colpi di aumenti, porre loro fine? Sferruzzare, dormire…   

nient’altro, e chiudendo le maglie dire “Ho finito”

Eccolo qui, il grande dubbio di chi lavora maglioni…

Ogni volta che inizio un maglione mi pongo questa domanda:

“Meglio lavorarlo bottom up, dal basso verso l’alto,  secondo il metodo tradizionalmente più diffuso in Italia o al contrario  top down, dall’alto verso il basso?” E la domanda si pone assieme ad altre  “Cosa voglio da questo nuovo maglione?” e “Chi dovrà vestire?      E ancora in rapida in successione:  con o senza cuciture? In un solo pezzo o in più parti da assemblare?

 

Possiamo avere una nostra personale simpatia, o antipatia, verso l’uno o l’altro metodo ma è innegabile che un maglione top down eseguito di solito senza cuciture, esercita un grande fascino su chi non ne ha mai lavorati e ovviamente su chi detesta cucire – eccomi qui, presente fra questi ultimi.

Non mi piace cucire nel senso che non mi piace assemblare cucendo a mano i maglioni perché, come tutti noi, da principiante ho sofferto sulle cuciture. Nel tempo ho imparato che le cuciture filano lisce quando la lavorazione ha prodotto parti con margini regolari e contorni con lunghezze uguali, che combaciano come si deve. Pertanto ho affinato queste tecniche sempre di più con il risultato di cuciture sempre più precise e, soprattutto, facili da eseguire. Malgrado ciò posso ancora migliorare.

 

Malgrado ciò il dilemma resta: top down o bottom up?

Immaginiamo di voler fare un pullover: ciascuno dei metodi è efficace ma la scelta non è affatto indifferente perché le caratteristiche del capo che si ottiene sono diverse. Entrambe le lavorazioni possono essere declinate in diverse varianti a livello di costruzione dello sprone e della manica, con livelli di difficoltà variabili.  Non è possibile generalizzare, non si tratta di una semplice contrapposizione tra i due versi di lavorazione, prima di tutto meglio mettere a fuoco il tipo di costruzione che vogliamo utilizzare.

 

Sarà con uno sprone rotondo oppure raglan?  Con la manica a giro, classica, o con la spalla scesa? O magari con una manica a martello?

Come se non bastasse, una cosa è la scelta del verso di lavorazione del capo, altra è la presenza, o l’assenza, di cuciture. Top down non vuol dire necessariamente senza cuciture, bottom up non è  necessariamente con cuciture. Tutti questi elementi possono essere separatamente combinati secondo i nostri gusti personali.

In realtà, la prima scelta che tocca fare, solo parzialmente collegata a quella del senso di lavorazione, sarà quella legata alla domanda: con cuciture o senza?

E per capirci, facciamo un esempio. Ecco qui un bel maglione senza cuciture.

 

Fig. 1Riddari, modello tradizionale irlandese lavorato in Lettlopi di Istex

 

Si tratta del tipico maglione tradizionale islandese qui rappresentato in una delle tante versioni  proposte da Lopi – Istex. Lavorati dal basso verso l’alto, hanno lo sprone eseguito sempre in un unico pezzo.

In questi capi la lavorazione del busto parte dal basso eseguendo assieme con tecnica circolare il davanti e il dietro fino ad arrivare al livello ascella. A questo punto si lascia il busto in sospeso e si lavora in modo analogo ciascuna delle due maniche. Quando le tre parti raggiungono lo stesso livello, quello dell’ascella, vengono sferruzzate disponendole su di un unico ferro circolare in successione ordinata per procedere alla  costruzione dello sprone con regolari diminuzioni. Il maglione risultante non avrà alcuna cucitura, nessun segno né sui fianchi né altrove.

Così è secondo la tradizione dell’Islanda ma nulla impedisce di procedere al contrario trasformando le diminuzioni in aumenti. E’ il caso del top down con sprone rotondo che nasce proprio così, sostanzialmente rovesciando il verso di lavorazione.

Fig. 2Un must: Simplest sweater. E’ un modello arcinoto con sprone rotondo, facile e adattissimo come prima esperienza di top-down. Dal punto di vista della costruzione è praticamente un maglione islandese con il senso della lavorazione inverso. Un giorno mi toccherà farmene uno.

 

Quindi il capo a sprone rotondo può essere eseguito a piacere secondo l’uno o l’altro verso di lavorazione ma sarà in entrambi i casi senza cuciture. La scelta dipenderà da faccende oggettive legate per esempio allo sviluppo del disegno o del tutto soggettive come la nostra personale simpatia verso l’uno o l’altro metodo.

 

Ma che valore hanno le cuciture?

Le cuciture sono l’ossatura del maglione e “lo scheletro” deve essere tanto più forte quanto maggiore è il peso della struttura, è una regola generale. Esagerando un po’, ma neanche troppo,  possiamo dire che un capo senza cuciture non ha scheletro.

I maglioni islandesi sono fatti in un filato leggero, gonfio, con un elevato metraggio rispetto al peso,  e spesso anche in materiale a nastro, un non-filato detto anche pre yarn, come è il caso di Plotu Lopi.

 


Fig. 3Ciambelle di Léttlopi – Istex, molto impegnativo da lavorare ma caldissimo e leggero.

 

In merino superwash l’effetto sarebbe completamente diverso: filato relativamente pesante, genera un capo che tende a deformarsi e allungarsi tristemente. Ecco che la struttura data dalla cucitura diventa indispensabile. Quindi il capo senza cuciture sarà, in linea generale, più adatto per bambini, per donne di taglia non particolarmente grande o per capi destrutturati, con filati che non scendono tropo pesantemente. Su capi maschili, invece, il non-cucio-perché-non-mi-piace va ponderato con attenzione per non ritrovarsi con qualcosa che diventa presto sformato e deprimente. Le cuciture servono per vestire per benino le spalle e il busto e evitano di farvi cadere nello stile pigiama. Personalmente in un capo maschile sono arrivata a questo compromesso: non faccio le cuciture dei fianchi né quelle del sottomanica (lavoro pertanto in modo circolare le maniche e il busto) ma cucio le spalle e le maniche al busto. Questo, almeno, il mio criterio generale. Anche nella costruzione a raglan, che adoro senza cuciture quando la lavoro per me, scelgo la lavorazione in tre pezzi separati se il destinatario è un uomo.

Poi, caso per caso, ci potranno essere altre considerazioni particolari e tutta la vostra creatività.

 

Bene, sono arrivata alla fine della mia prima riflessione con voi sull’argomento, mi sa che ne seguiranno altre prima di esaurire il dubbio amletico.

Se avete avuto la pazienza di seguirmi e il tema vi intriga, scrivete qui e sul gruppo, scrivetemi per ragionare insieme, magari inventiamo una nuova costruzione!

                                                                                                                                       Fig. 7Si chiama Odino 2.0 questo modello di Ragga Eiríksdóttir . Il pattern contiene entrambe le versioni, quella tradizionale, bottom up, e quella top down che, a detta della designer è la più divertente.Fig. 6Ecco qui, ancora un maglione in stile islandese con sprone rotondo, ma lavorato in modo capovolto, top down

Tags:

Magliuomini - sede legale: Via Giulio Braga, 15 - 59021 - Vaiano - Prato - cod.fisc. : 92099420488